Domani potrebbe essere la giornata decisiva per il progetto ItalComp, che con l’idea di unire le forze di Acc di Valbelluna e quelle dell’ex-Embraco di Riva di Chieri, dovrebbe sancire la nascita del nuovo polo italiano del compressore. La viceministra dello Sviluppo economico, Alessandra Todde ha infatti convocato un vertice allargato online per risolvere la doppia vertenza, al quale parteciperanno oltre ai diretti interessati, anche parlamentari, rappresentanti delle regioni Piemonte e Veneto e varie sigle sindacali.
Il condizionale è d’obbligo, perché ormai da mesi in questa vicenda per ogni passo in avanti ne è sempre corrisposto uno indietro e ora si tratta veramente di una corsa contro il tempo: il prossimo 25 aprile, cioè tra tre giorni, diventerà effettivo il licenziamento dei 400 dipendenti della ex-Embraco, mentre Acc rischia la chiusura per mancanza di liquidità.
Dalla giornata “romana” di martedì, quando sindacati, operai ed Rsu si erano autoconvocati sotto la sede del Mise, è emerso che proprio al tavolo sul progetto “ItalComp” convocato per domani, potrebbe essere valutata la possibilità di sospendere la procedura dei licenziamenti dell’ex-Embraco, formalizzando una richiesta di cassa integrazione, entro lunedì 26 aprile. Per quanto riguarda invece la crisi di liquidità di Acc, l’escamotage per la corsa contro il tempo, potrebbe essere quello di convertire entro il 20 maggio un emendamento dell’articolo 37 del Decreto Sostegni, che prevede l’istituzione di un fondo per la concessione di finanziamenti anche alle imprese in amministrazione straordinaria, per la cui attuazione servirebbero invece tre mesi, un tempo troppo lungo per la crisi dell’azienda di Borgo Valbelluna.
Per il momento pare che il governo abbia garantito il sostegno di tutte le forze della maggioranza, ma solo pochi giorni fa il Ministro Giancarlo Giorgetti aveva praticamente stravolto il piano ItalComp, che era stato concepito dal governo Conte, attraverso l’intervento finanziario di Invitalia, comunicando alle parti interessate la necessità di trovare un investitore privato, in grado di accollarsi la maggior parte dell’investimento.
Se per qualche motivo dovesse verificarsi l’ennesimo colpo di scena per far saltare l’operazione ItalComp, Acc avrebbe già pensato ad un piano B: farsi acquisire da qualche multinazionale e per questo si farebbe già il nome del gruppo Walton, con sede in Bangladesh. Ma anche per questo piano, servirebbero comunque dei soldi a breve. Non resta che sperare.