Ieri pomeriggio il consiglio di amministrazione della Docg, chiamato a ratificare le liste dei candidati per le prossime elezioni ha deciso, a sorpresa, di depennare otto nomi e di ridurre il peso specifico dei vinificatori, che perdono due poltrone. Vince così il gruppo dei “ribelli”, guidati da Lodovico Giustiani e Cinzia Sommariva. Tramonta l’era di Innocente Nardi, il presidente uscente che si appresta alla sua ultima vendemmia.
Ma come è iniziato tutto? Da un lato c’è un gruppo di aziende che sta cercando di sedersi al tavolo di chi comanda, dall’altro alcuni imbottigliatori e le cooperative, composte da 1.550 viticoltori, che tendono a tutelare di più la vendemmia di collina. Ad alzare la tensione erano state le riduzioni delle rese per ettaro, decise da Nardi, per mantenere sui livelli dello scorso anno i prezzi dell’uva nonostante il Covid.
Ieri pomeriggio lo scontro è arrivato alla sua battuta finale, con una votazione otto contro sette. E nella stessa occasione è stato deciso che il prossimo primo di ottobre, data prevista per le elezioni del Cda, saranno eletti sei imbottigliatori, cinque vinificatori e quattro viticoltori. Inutile il tentativo del collegio sindacale di bloccare le modifiche, chiedendo un’assemblea straordinaria.
«Nei primi otto mesi dell’anno il Prosecco Docg di Conegliano e Valdobbiadene ha registrato un -3,8% nonostante la ristorazione abbia perso il 40% – sottolinea Nardi -. È stato un onore guidare questa denominazione per nove anni, passando da 68 milioni di bottiglie per un valore di 320 milioni ai 92 milioni per un valore di 524 milioni dello scorso anno. I nostri padri ci hanno insegnato a cooperare per competere verso l’esterno e a tutelare chi è costretto a lavorare sulle colline in condizioni estreme. Le guerre di campanile non faranno il bene della Denominazione. Lo statuto va rispettato e se si vuole cambiare le regole è necessario farlo coinvolgendo i soci».