È stato presentato ieri il rapporto economico annuale della Docg di Conegliano e Valdobbiadene. Dopo anni di crescita, quest’anno per la prima volta è stato registrato un calo nelle vendite delle bottiglie del prosecco superiore.
Il comparto occupa 3400 famiglie di viticoltori, 480 aziende di vinificazione e 182 case spumantistiche, per un giro d’affari che, nel 2019, è arrivato a 498 milioni di euro, attraverso l’immissione nel mercato di 92 milioni di bottiglie. Quest’anno, il dato delle certificazioni di novembre è di 82 milioni di bottiglie.
“Nel corso dell’anno, abbiamo assistito ad un alternarsi di momenti di contrazione, compensati però da mesi in cui le vendite hanno recuperato posiziono – ha commentato Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela -. Il risultato è una minima riduzione dei volumi, che entro l’anno dovrebbe assestarsi attorno a meno 1%, grazie al recupero della grande distribuzione”.
Infatti, con meno clienti in bar, enoteche, ristoranti e alberghi, a salvare le vendite sono stati i tanto vituperati supermercati, odiati perché mettono in vendita le preziose bottiglie a prezzi bassissimi, con un incremento del 16,9% sul valore e del 18,7 sui volumi. Con +20,2% nei supermercati del Nordovest e + 18,2% nel Nordest.
Sul fronte del turismo, impressiona l’analisi del Ciset di Ca’ Foscari, che nell’area Unesco delle colline del Prosecco, ha registrato un calo del turismo di oltre il 50% e che prevede un ritorno dei flussi ai livelli pre-Covid in un periodo tra i due e i quattro anni.
Per quanto concerne lo statuto e le polemiche degli ultimi mesi, Nardi ha chiesto a tutte le parti di sedersi attorno ad un tavolo nel tentativo di trovare una soluzione di compromesso, ricordando i 1600 viticoltori delle coop che hanno perso rappresentanza. “Sarebbe deleterio che all’interno del Consorzio si aprisse un contenzioso sullo statuto”, ha sottolineato Armando Serena, presidente del gruppo vinicolo di Assindustria Venetocentro.