La Colombia sta attraversando settimane di grandi manifestazioni di piazza. Come se non fosse bastata la recrudescenza del terrorismo – con gli scontri occorsi recentemente tra militari dell’esercito e frange di ex combattenti delle famigerate FARC – ora anche la popolazione civile sta protestando in modo veemente contro le politiche economiche del governo.
Principale accusato è il presidente Ivan Duque; che con la sua riforma fiscale ha fatto infuriare ampi strati della popolazione; specialmente quelli più poveri. Trovatisi, loro malgrado, a dover fronteggiare un poderoso aumento delle tasse studiato dal governo d’ispirazione liberista. La “Legge di Solidarietà Sostenibile”, come si chiama il nuovo disegno di legge, prevede un aumento della base di contribuenti, riducendo l’importo minimo di reddito a partire dal quale scatta l’obbligo di versare le tasse. Un’autentica mazzata per le classi più svantaggiate; già fiaccate da oltre un anno di pandemia.
La repressione della polizia ha fatto sì che vi fossero decine di feriti e alcuni morti tra i manifestanti; tragico epilogo che ha spinto Nazioni Unite e Stati Uniti a fare pressioni sul governo affinché non si aggravasse la spirale di violenza. Il presidente Duque, pressato sul fronte interno e internazionale, ha quindi ritirato la proposta di legge; mantenendo però la volontà di imprimere un cambiamento sul sistema fiscale colombiano. Il parziale dietrofront, non ha però placato gli animi dei manifestanti; che si sono nuovamente riversati nelle strade a protestare.
Federico Kapnist