“QUANDO GIGLI, LA CALLAS E PAVAROTTI… I Teatri Storici del Polesine” è la mostra promossa dalla Fondazione Cariparo, a cura di Maria Ida Biggi con Alessia Vedova, nata da un progetto di Sergio Campagnolo e allestita a palazzo Roncale fino al 27 giugno.
In esposizione i 7 teatri storici del territorio polesano, raccontati attraverso documenti originali, affiches, libretti d’opera spesso autografati dai maggiori compositori, foto dedicate dai grandi interpreti, diversi e importanti filmati, scenografie e costumi, descritti nella loro architettura attraverso le immagini di un grande fotografo – Giovanni Hänninen – e di un abile videomaker, Alberto Amoretti.
Attingendo alla realtà aumentata si consentirà ai visitatori di entrare dentro a questi teatri e vivere l’emozione degli eventi musicali che hanno ospitato. Per poi uscire da Palazzo Roncale e andarli a visitare di persona, perché nessuna immagine e nessun documento riusciranno mai a trasmettere l‘emozione che si prova nell’entrare in un teatro carico di storia, in un mondo dove musica e fiaba, magicamente si fanno realtà. Di “presenze” che si riverberano nei palchetti e sui velluti.
In contemporanea con questa mostra allestita nell’intero Palazzo Roncale, nel dirimpettaio Palazzo Roverella il pubblico potrà ammirare la grandiosa esposizione “Arte e Musica” ideata e curata da Paolo Bolpagni, anch’essa promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi.
La passione per l’opera, il teatro, la musica, il balletto sono di casa nel Polesine. Non solo nella città capoluogo, Rovigo, ma in tutto il territorio. Basti pensare che c’è traccia documentata di almeno una cinquantina di teatri, attivi anche in paesini di poche anime, persi nel Delta del Po. Un fenomeno che per capillarità di presenze, in un territorio marginale e complesso com’era quello del Polesine, è davvero unico.