Sin dall’epoca dei Romani, e ancor prima dai tempi dei Greci, dei Fenici e chissà chi altro ancora prima di loro, il Libano è sempre stato uno snodo fondamentale per il commercio. I suoi porti affacciati sul Mediterraneo Orientale – Tiro, Sidone, Beirut, Byblos – hanno, infatti, sempre svolto un ruolo primario nell’enorme traffico di merci e persone tra Europa ed Asia.
Non avrebbe quindi dovuto sorprendere troppo, che in questo millenario crocevia di guerrieri, mercanti, avventurieri e lestofanti d’ogni genere, un bel giorno di settembre del 2013 approdasse a Beirut, “per problemi tecnici”, un cargo battente bandiera moldava, proveniente dalla Georgia e diretto in Mozambico.
La nave, oltre ad essere il fulcro di un’insolita e sospettosa triangolazione, anche per i più scafati libanesi, trasportava un carico pericoloso che mise in guardia le autorità portuali locali: nitrato d’ammonio. In quantità esorbitanti.
Stipato immediatamente e alla meno peggio in un hangar del porto, il carico lì è rimasto fino all’esplosione di ieri pomeriggio. Nel corso di questi quasi sette anni, pare che la questione sia rimbalzata tra uffici delle autorità portuali e militari e i vertici della politica; per poi tornare indietro con un nulla di fatto. Un po’ come quando in certi uffici si passa da uno sportello all’altro perché la competenza non è mai della persona che ci sta di fronte. Adattiamo la cosa alla burocrazia libanese – che immaginiamo attenta ma non propriamente scandinava – ed ecco che un carico pericolosissimo e potenzialmente letale è rimasto lì perché nessuno voleva sporcarcisi le mani nel trasportarlo altrove. Disinnescandone il pericolo.
Questa sostanza è infatti utilizzata per due scopi principali: come fertilizzante e come base per esplosivo. Le prime immagini (la cui veridicità è da accertare) di come sia stato stoccato nell’hangar, e degli apparenti scarsissimi standard di sicurezza applicati, potrebbero essere la risposta alla domanda che ognuno di noi si sarà posto di fronte alle straordinarie immagini arrivate da Beirut: come è successo?
Il nitrato d’ammonio “vanta” un curriculum purtroppo ricco di tragedie, scaturite dall’incuria e dalla superficialità dell’uomo. E in quella che una volta veniva chiamata la “Svizzera del Medio Oriente”, potrebbe essere accaduto lo stesso.
Le indagini, che il Presidente Aoun ha annunciato rigorose e severe per individuare i responsabili, ci diranno se è stato così. O se la violenza politico-religiosa, è stata ancora una volta il movente in una terra fin troppo abituata agli spargimenti di sangue.