Lunedì prossimo il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli e Rfi inaugureranno ufficialmente i lavori, ripartiti dal qualche mese, sulla stratta tra Verona e Brescia, precisamente a Lovato, che servirà per portare finalmente la Tav in Veneto.
Per l’occasione non potrà certo mancare il riconfermato governatore della Regione, Luca Zaia: “La Tav Verona-Brescia è incompiuta e così non deve rimanere. La Tav è una priorità del Paese, significa essere o non essere in Europa. Dopo questo tratto andrà realizzato quello tra Verona e Padova. Se ci sono i soldi si fa, qui non ci sono opposizioni”.
Il problema sono modi e tempi. In un’intervista Nicola Meistro, amministratore delegato del consorzio Iricav Due (che si occupa della tratta Verona-Padova) ha spiegato che se si applicasse alla Tav il modello utilizzato per costruire il viadotto sul Polcevera, a Genova, dove c’era l’ex Ponte Morandi, i tempi si ridurrebbero di molto.
Poi ha sottolineato come bisognerebbe accelerare sulla tratta Vicenza-Padova che è la più indietro, tanto che non è nemmeno arrivata alla fase di progettazione preliminare.
Si arriva poi al tema dei soldi, in parte già stanziati e in parte no e non si fa fatica ad immaginare che in molti vorrebbero dirottare qui una fetta del Recovery Fund, piano tra l’altro apertamente sostenuto anche da Meistro.
Della stessa opinione Franco Miller, di Confindustria Veneto, che però solleva un problema: “Il Codice degli appalti obbliga a subappaltare il 70% dei lavori ad aziende esterne e questa imposizione limita parecchio l’operatività, poiché imprese in grado di preparare cantieri così complessi e finanziariamente solide ce se sono poche”.
Per risolvere questo impasse si potrebbe fare ricorso ad un commissario straordinario? Miller pare avere le idee chiare: “Per realizzare un’opera come la Tav in tempi ragionevoli c’è bisogno di una figura che garantisca il coordinamento tra Rfi e i vari enti pubblici interessati. Serve una figura competente e capace che conosca il territorio e i suoi amministratori, per affrontare i problemi che si dovessero presentare”.
Possibile avere pronta la Tav per il 2026, in tempo per le Olimpiadi di Cortina? Forse, ma bisognerebbe iniziare a lavorarci seriamente.