Su molti giornali è circolata la notizia che la presentazione del Recovery plan dell’Italia sarebbe in ritardo, ma subito il presidente del consiglio Conte, intervenuto alla conferenza dell’Anci, ha tenuto a precisare che: “Il Piano di ripresa italiano in ritardo? Sono solo fake news. Abbiamo già presentato le linee guida e abbiamo continui confronti con la Commissione europea sui progetti”. Anche se di questi progetti non sappiamo ancora niente, né su cosa verteranno.
Anche il ministro dell’economia Gualtieri sottolinea che il Recovery plan “lo vedrete entri i tempi stabiliti. Stiamo lavorando con grande intensità e siamo in una interlocuzione con la Commissione europea, come altri Paesi. Nessun paese ha presentato il piano finale, stanno tutti lavorando con la Commissione per affinare i progetti e noi lo stiamo facendo piuttosto intensamente”.
Il piano completo va presentato entro metà gennaio, ma quello che preoccupa anche all’interno del Paese è la mancanza di una cabina di regia condivisa che possa lavorare insieme a proposte e progetti, che a quanto pare vengono discussi a porte chiuse nelle stanze di Roma.
A tirare le orecchie al Governo italiano è stata anche la presidente dalla Bce, Christine Lagarde, che ha invitato i Paesi a presentare i piani nel tempi stabiliti per poter accedere alle risorse, prima che una nuova ondata metta in ginocchio l’economia. In ballo ci sono 209 miliardi di fondi europei, ma pare che questa “occasione storica” di cui tutti parlano sia lontana dall’essere sfruttata come si deve.
I singoli ministeri sembra facciano a gara per intestarsi una quota di fondi invece di strutturare progetti, e il conseguente apparato normativo, in grado di ottenere il via libera della Commissione. E quindi i tempi si dilatano, con il concreto pericolo che i finanziamenti a nostra disposizione slittino: infatti il 10% di anticipo previsto per il 2021 (quasi 20 miliardi) sarà stanziato solo dopo il formale via libera europeo. L’esame, però, tra Commissione e Consiglio, richiede almeno un paio di mesi. Così il rischio è che i soldi arrivino alla fine del 2021. Troppo tardi.
Senza nuova liquidità la ripresa sarà difficile e gli sforzi fatti fino ad adesso verrebbero vanificati, soprattutto se pensiamo che la legge di bilancio, appena presentata in Parlamento, poggia su dei soldi che per adesso sono lontani dall’essere disponibili.
Non va dimenticato inoltre che l’approvazione definitiva del “Next Generation Eu” non è ancora stata formalizzata per l’opposizione di Ungheria e Polonia sul vincolo dello stato di diritto, e non si può escludere che un eventuale ritardo italiano riaccenda anche l’opposizione dei “paesi frugali” del nord.
Le carte in tavola stanno cambiando, tanto nel governo che nel parlamento italiano, con Forza Italia che tende una mano all’esecutivo e alcuni 5Stelle che aprono al Mes, da sempre invocato dagli alleati di governo del Pd. Insomma la partita diventa sempre più complessa e l’esecutivo diventa sempre meno intoccabile.
L.M.