Negli uffici dell’Edilizia privata di Verona è stato depositato il progetto per il recupero del cosiddetto Quadrilatero, gli immobili di proprietà di Patrizia immobiliare che sono delimitati dalle vie Garibaldi, Emilei, San Mamaso e Sant’Egidio. Fino a qualche anno fa sede degli uffici del gruppo Unicredit, gli spazi di grande pregio sono stati scelti dalla catena alberghiera Marriott International, multinazionale americana che gestisce hotel di alto livello in tutto il mondo, per portare l’accoglienza extra lusso anche a Verona.
Marriott International si installerà in città con il brand Autograph Collection, al top per quanto riguarda l’hotellerie: un cinque stelle superior, una novità assoluta nel panorama alberghiero cittadino, la cui collocazione nel cuore della città si spera avrà ricadute importanti anche per quanto riguarda l’occupazione.
L’obiettivo dell’operazione è evidente: richiamare a Verona i turisti “benestanti” che oggi, per trovare strutture di così alto livello, scelgono soggiorni in città come Milano o Venezia, da cui spostarsi per visitare Verona in giornata. Il recupero dell’area adiacente a via Garibaldi e allo storico quartiere della Carega sarà positivo anche per i cittadini che potranno godere di un’altra parte di città, adesso interdetta.
Il progetto, dato l’importante impatto dal punto di vista urbanistico, è stato affiancato da uno studio sulla viabilità, con i disagi che dovrebbero essere ridotti al minimo. Primo, perché si calcola che solo una modesta percentuale di clienti raggiunga l’hotel con la propria auto. Secondo, perché l’albergo si doterà di posti auto adeguati alla capienza ricettiva anche grazie alle convezioni con i parcheggi cittadini, senza aumento di auto circolanti nel centro storico.
L’investimento si aggira intorno agli 80 milioni di euro, 40 dei quali necessari per il recupero degli immobili, circa 22 mila metri quadrati. Valore aggiunto dell’opera sono le opere compensative previste come oneri contributivi che la proprietà dovrà versare al Comune, circa 2 milioni di euro che potrebbero raddoppiare in virtù della variazione della destinazione d’uso del compendio.
Inoltre grazie al decreto Sblocca Italia, il progetto seguirà un iter agevolato e più veloce rispetto al passato e dopo l’esame della prima Circoscrizione e di tutti gli uffici competenti, passerà al vaglio del Consiglio comunale per l’approvazione finale.
Il progetto è stato illustrato dal sindaco Federico Sboarina e dall’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala. Erano presenti anche Dario Strano in rappresentanza di Patrizia Real Estate Investment Management, società che sta sviluppando il progetto, e Dario Leone di Cushman & Wakefield, una delle maggiori società private del mercato immobiliare mondiale che ha effettuato uno studio di mercato sulla capacità di Verona di assorbire e trasformare flussi turistici da qui a prossimi 10-15 anni.
“Nel contesto storico in cui ci troviamo, queste è senza dubbio una buona notizia – spiega il sindaco Federico Sboarina -. Anzitutto perché Verona si conferma una città capace di attrarre investitori anche in tempo di Covid, che riconoscono non solo la vocazione internazionale della città, ma anche una vivacità economica che è pronta a ripartire non appena terminata l’emergenza. In secondo luogo, stiamo parlando di una struttura ricettiva senza precedenti per Verona, con una clientela nuova e un indotto che avrà ricadute positive su più ambiti”.
L’assessore Segala ha sottolineato: “Un altro contenitore praticamente disabitato torna a prendere vita. Il progetto presentato ai nostri uffici non prevede semplicemente un hotel, ma anche negozi, ristoranti e nuovi spazi che potranno essere vissuti da tutta la città, compresa una vecchia strada romana che collega via Garibaldi a via Sant’Egidio. Una proposta senza dubbio ambiziosa e che come amministrazione non può che inorgoglirci. Bene anche le valutazioni sugli impatti che l’opera avrà sul traffico della zona e l’importante valore delle opere compensative”.
“Verona cresce a livello turistico del 4% ogni anno, un elemento che non può sfuggire a investitori del calibro della Mariott International – spiega Leone -. Una struttura di lusso di questo tipo non è un pericolo per gli albergatori già presenti, che anzi potranno ricalibrare le proprie offerte. Un’occasione unica anche dal punto di vista del lavoro, si ipotizzano circa cento nuove assunzioni di professionalità di qualità”.