Con il 69,6% il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari è stato vinto dal sì, in netta maggioranza rispetto al no, anche se il voto rivela una tendenza differenziata con i centri cittadini più propensi per il no e le periferie per il sì. A sostenere il sì il Movimento 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia, mentre per il no Forza Italia, Italia Viva e alcune frange dei dem.
L’altra sfida, quelle delle regionali, finisce 3-3. Il centrosinistra mantiene Campania, Toscana e Puglia; il centrodestra si conferma in Veneto e in Liguria e strappa le Marche.
Plebiscito per Zaia, in Veneto con il 76,8%, in Liguria riconfermato anche il presidente uscente Toti (56,1%) e vittoria del candidato di centrodestra Acquaroli di FdI (49,1%) nelle Marche. Sul fronte opposto trionfa il presidente uscente De Luca (69,6%) in Campania, ma a sorpresa, dopo un lungo testa a testa, vincono anche Emiliano (46,9%) in Puglia e Giani (48,6%) in Toscana, contro gli sfidanti di centrodestra Fitto e Ceccardi.
Inconsistenti i 5 Stelle che stanno vivendo un difficile momento politico e si aggrappano al successo del Referendum, loro cavallo di battaglia. Ad uscirne a testa alta sono invece i democratici che possono vantare importanti risultati, forse all’inizio delle elezioni insperati.
Il segretario dem, Zingaretti, rinvigorito da questi numeri si sbilancia pure a dire che non sono loro la stampella del governo, ma la forza motrice. Che questioni come il Mes e la riforma parlamentare siano tutt’altro che chiuse?
Per quanto riguarda lo spoglio delle elezioni comunali, è iniziato questa mattina come da programma. In totale si è votato in 606 comuni nelle regioni a statuto ordinario, oltre a quelli delle regioni a statuto speciale. Al voto diversi capoluoghi come Venezia, Mantova, Arezzo, Crotone, Reggio Calabria, Matera. Al voto anche Trento e Bolzano.