Mr. Diesel non ci gira intorno: “Draghi in questo momento è la manna dal cielo”. A dirlo è Renzo Rosso durante il collegamento ieri sera a “Quarta Repubblica” su Rete4. Il patron della Otb di Breganze, gruppo della moda con l’ammiraglia Diesel da 1,5 miliardi di fatturato nel 2019 e settemila dipendenti nel mondo. Certo non era un mistero che provasse poca stima per il governo Conte, “Sanno fare solo cinema”.
E così quando il conduttore del programma, Nicola Porro, gli ha chiesto un parere sul premier incaricato Mario Draghi, lui ha risposto: “Mi sono informato con molti amici a tutti i livelli e persone che hanno lavorato con lui e ho l’idea che sia una persona eccezionale per una serie di motivi – e li elenca -. Grande leadership, fa team building cioè sa fare squadra, sa costruire la scala delle priorità, è apolitico, laico, uomo di sintesi che va direttamente ai problemi e quando non sa va alla fonte. E conosce molto bene i mercati. L’unico problema è che non abbia il tempo sufficiente: per riuscire a mettere in moto questa macchina ci vorranno forse 2/3 anni e non vorrei, come dicono le voci, che lo facessero presidente della Repubblica. È necessario che rimanga alla guida del Governo”.
Il 2020 non ha fatto sconti (quasi) a nessuno: “Siamo partiti con l’anticipo della cassa integrazione, poi abbiamo integrato le classi più basse, inoltre abbiamo operato un taglio di stipendi della prime linee, io stesso per primo mi sono dimezzato lo stipendio. Inoltre abbiamo fatto da banca ai nostri fornitori e clienti che ha permesso loro di continuare a lavorare e abbiamo guadagnato molta lealtà nei nostri confronti. Oggi stiamo cominciando a rimarciare”.
Anche il modo di lavorare è cambiato in senso più smart: “Oggi riusciamo a sviluppare le collezioni in maniera digitale anche con la nostra avatar, mandiamo l’immagine al laboratorio in qualsiasi parte del mondo si trovi che, in automatico, riesce a scaricare la modellatura e a fare il prototipo. I nostri buyer a causa del covid non potevano viaggiare e abbiamo sviluppato i canali digitali”.
L’amarezza è quanto poco abbia fatto lo Stato per sostenere davvero le imprese: “Abbiamo ricevuto la cig dei primi mesi ma non il saldo degli ultimi e sulle risorse (140 miliardi) messe a disposizione per le imprese abbiamo preferito rivolgerci direttamente in banca perché siamo ovviamente una azienda solida, abbiamo condizioni migliori e meno burocrazia”.
Nel suo discorso cita anche Bassano: “Avevamo un progetto con l’architetto Chipperfield che non si è potuto fare, con la burocrazia non si va da nessuna parte. Mi auguro che Draghi possa fare bene, abbiamo bisogno di velocità”.
Gli chiedono cosa succederà quando finirà il blocco dei licenziamenti: “Dovremo passarci, le aziende così sono ‘pesanti’, ma si deve pensare ad un cambio organizzativo con prepensionamenti, creazione di nuovi posti, formazione e opportunità”.
In chiusura non si sottrae ad un ultimo affondo ad alcuni personaggi politici: “Abbiamo un ‘pupazzo da palcoscenico’ che guida il M5S. Poi Di Maio da cui non ho mai sentito un discorso concreto e Azzolina che ha comprato i banchi con le rotelle. Noi in azienda abbiamo persone serie, in grado di portare avanti la loro missione. Mi auguro che Draghi scelga gente preparata”.