“Tassare le abitazioni di proprietà, più di quanto non si faccia ora, è davvero una follia. Il risparmio degli italiani, di cui la casa rappresenta una parte rilevante, è stato, nei lunghi mesi del COVID-19, uno dei pochi baluardi che tanti italiani potevano opporre alla disoccupazione e al depauperamento del reddito disponibile. Adesso si parla addirittura di aggravare la tassazione sulle prime case: no, non ci possiamo permettere di massacrare questa che è diventata una delle strutture portanti del Welfare familiare”.
Il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, critica le ipotesi che circolano in queste ore sulla riforma del catasto.
“Il 75% degli italiani – continua il Presidente – ha l’abitazione principale di proprietà. Per acquistarla ha pagato, variabilmente, Iva e imposte di registro, ipotecarie e catastali. Per viverci, invece, paga annualmente Irpef o cedolare secca, Imu, Tari e altri piccoli e grandi balzelli che la fantasia impositrice dei Governi ha istituito a tutela dei mille sprechi della Pubblica Amministrazione”.
“Ora si parla di riforma del catasto, – conclude il Presidente – che di per sé sarebbe anche una brillante idea, non fosse che al riordino è sotteso un rincaro fiscale che, nel caso dell’Imu sulla seconda casa, può arrivare oltre il 100 per cento, e nel caso del calcolo Isee sulla prima casa, può sfiorare addirittura 250 per cento. È il caso, senza andar troppo lontani, di un capoluogo veneto. Più che una riforma, la definirei un esproprio”.