Da anni ormai l’Italia aspetta una riforma della giustizia degna di questo nome e la Guardasigilli, Marta Cartabia, è stata chiara: “Sulla durata dei processi il Governo si gioca il Recovery”. E ha aggiunto: “Chi si sottrae al cambiamento si assumerà la responsabilità” perchè la “riforma è fondamentale anche per le nuove generazioni”. L’ha detto in occasione della riunione alla Camera con i membri e i capigruppo delle Commissioni Giustizia.
Il ministro ha spiegato che: “L’impresa è titanica. Nessuno ce la può fare senza il contributo, l’impegno, l’entusiasmo, la disponibilità di tutti, tanto a livello politico quanto giudiziario. Ma dobbiamo farcela”. Necessità assoluta è quella di velocizzare i tempi: sia quelli di attesa delle sentenze che quelli relativi all’approvazione delle tre leggi delega; Cartabia ha infatti ricordato che entro la fine del 2021 devono essere approvate le leggi di delegazione per la riforma del processo civile, penale e del Consiglio Superiore della Magistratura.
La Commissione europea “ha imposto al governo italiano alcune condizioni per ottenere i fondi Next Generation EU. Per quanto riguarda la Giustizia, gli obiettivi sono chiari – ha spiegato Cartabia – in cinque anni dobbiamo ridurre del 40% i tempi dei giudizi civili e del 25% quelli dei giudizi penali. Sono obiettivi davvero ambiziosi”. La Guardasigilli ha fatto un richiamo a tutti i protagonisti della riforma: “Vorrei che fosse anche chiara la responsabilità di tutti gli attori del mondo della giustizia – procuratori, giudici, avvocati – rispetto a questi obiettivi: se non accetteremo di cambiare le nostre abitudini, il nostro modo di svolgere i nostri compiti istituzionali e professionali, se opporremo resistenze ai cambiamenti, mancheremo gli obiettivi che la Commissione ci richiede quanto alla durata dei processi, e quindi l’Italia dovrà restituire quella imponente cifra che l’Europa sta per immettere nella vita economica e sociale del Paese”.
Per quanto riguarda il nodo prescrizione, Cartabia ha affermato: “L’eccessiva durata dei processi determina due disfunzioni, che costituiscono violazioni di principi costituzionali ed europei: il primo è quello dell’eccessivo numero di processi che si concludono con la prescrizione, più volte rimproverataci da molti organi internazionali di monitoraggio. Con la prescrizione, la domanda di giustizia da parte delle vittime rimane frustrata. Con la prescrizione dovuta a processi eccessivamente protratti nel tempo, lo Stato manca al suo compito di assicurare l’amministrazione della giustizia”.
Sulla riforma della giustizia spinge anche Forza Italia: “Esprimo un giudizio positivo sul lavoro della commissione ministeriale per la riforma del processo penale, che ci è stato presentato dalla ministra Cartabia. Il progetto di riforma, che dovrà ora essere approfondito nei dettagli, appare ispirato dal principio costituzionale della ragionevole durata del processo. In particolare condividiamo il principio della inappellabilità delle sentenze di primo grado da parte del pm, che abbiano proposto anche noi con un nostro emendamento al ddl in discussione in commissione giustizia. Possiamo iniziare ora un proficuo lavoro parlamentare per giungere ad una vera riforma, che garantisca processi più celeri e meno errori giudiziari“, questo il commento del capogruppo FI in commissione Giustizia alla Camera, Pierantonio Zanettin.