Dopo le multe del fine settimana, i ristoratori non si sono certo lasciati scoraggiare: se scoppia un’acquazzone oppure “in caso di temporale o forte vento, che di fatto rendano impossibile continuare a somministrare all’aperto”, i clienti seduti all’esterno di un ristorante possono ripararsi all’interno del locale e concludere la cena? A porre queste domande direttamente al prefetto di Padova è l’Associazione provinciale pubblici esercizi (Appe).
In una lettera del 23 aprile si legge: “A nostro avviso, le ’cause di forza maggiore’ dovrebbero poter consentire di proseguire il servizio all’interno dei locali, anche per evitare di dare un disservizio ai consumatori”. Il prefetto di Padova, Renato Franceschelli, ha replicato così ai dubbi dell’associazione di categoria: “Si precisa – si legge nel documento inviato all’Appe – che le cause di forza maggiore andranno valutate caso per caso dai singoli organi accertatori e non potranno essere predeterminate a priori in via generale e astratta”.
Una spiegazione accomodante, ma che non piace affatto agli esercenti. “Quella del prefetto è una non-risposta – dice il presidente dell’associazione, Erminio Alajmo – che arriva in un momento in cui ristoratori e baristi sono allo stremo e hanno bisogno di regole chiare. Altrimenti andiamo nel panico. Se piove dovremmo limitarci a sperare di incappare in un controllore di buonsenso? Ci sono in ballo multe salate per i nostri clienti e il rischio di vederci chiudere il locale: lo Stato ci deve dire come comportarci quando le condizioni meteo peggiorano all’improvviso”.
Lo scorso sabato non sono mancate anche le feste abusive. A Lozzo Atestino (Padova) i carabinieri hanno scoperto una festa allestita all’interno di una vecchia serra ormai in disuso, trasformata per l’occasione in discoteca. Tredici le persone denunciate per violazione delle prescrizioni anti-covid e per invasione di terreni ed edifici.