Il grido dei presidenti delle 5 Regioni passate in fascia arancione è unanime: “Ristori”. A chiederli sono ristoratori, baristi, negozianti e artigiani le cui attività saranno nuovamente limitate. Ma dal governo non arrivano ancora indicazioni chiare, con la possibile, e pare scongiurata, crisi di governo che è l’unico argomento a tenere banco. Il Recovery che doveva essere approvato a fine dicembre, forse avrà il via libera nei prossimi giorni e il decreto ristori quinquies, che doveva dare sollievo a tante attività, per il momento pare non essere la priorità nell’agenda di governo.
E finché non si chiude la partita del Recovery di certo non ci sarà spazio per parlare di ristori, con buona pace del presidente del Veneto, Luca Zaia, che aveva scritto una lettera ai ministri dell’Economia, della Salute, degli Affari regionali e dei Rapporti con il parlamento: “Alla luce della situazione di profondissima crisi in cui si dibattono migliaiai e migliaia di imprese dei nostri territori – si legge – siamo con la presente a chiedere che il governo fornisca doverosi e puntuali rassicurazioni circa un’immediata messa in campo di ristori e della loro quantificazione, onde evitare ulteriori penalizzazioni a queste categorie e affinché venga scongiurato il rischio, assai concreto, che interi comparti vengano definitivamente cancellati dalla geografia economica delle nostre Regioni”.
Le preoccupazioni sono le stesse per i presidenti delle Associazioni di categioria: Confcommercio, Confartigianato, Federalberghi, Confindustria e molte altre. A loro si è unito anche il presidente di Anci Veneto e sindaco di Treviso, Mario Conte: “In una fase grave come questa con molte attività in ginocchio il governo deve intervenire in modo tempestivo per far arrivare nei territori le risorse”.
Nei giorni scorsi l’Agenzia delle Entrate ha comunicato di aver completato l’erogazione di tutti i bonifici del Decreto Natale, oltre 628 milioni che portano a 10 miliardi gli aiuti distribuiti dall’inizio della pandemia, con soddisfazione dei Ministri Gualtieri e Di Maio, che annunciano che da metà gennaio partirà una nuova tranche di ristori.