La “guerra dei cieli” tra la Bielorussia e l’Unione Europea non si ferma. E mentre spuntano retroscena inquietanti sul passato dell’attivista Protasevich, la Russia si schiera, forse controvoglia, con Minsk.
Roman Protasevich, l’uomo arrestato durante il volo Ryanair Atene-Vilnius, non era solo un attivista democratico che si batteva contro il regime di Lukaschenko. Dal suo passato, emerge come negli anni scorsi abbia combattuto con il Battaglione neo-nazista ucraino “Azov”, nella guerra del Donbass.
Il suo caso ha comunque scosso l’intero continente. Bruxelles ne ha chiesto l’immediato rilascio, adottando immediate contromisure punitive verso Minsk quali il divieto per alcuni voli di linea di sorvolare lo spazio aereo bielorusso. Mosca, che mal tollera certi atteggiamenti del signorotto feudale Lukaschenko, ma che ne ha allo stesso tempo bisogno per mantenere un fedele stato cuscinetto tra sé e l’Occidente, ha reagito di conseguenza.
La Russia ha infatti vietato, da ieri, l’atterraggio per tutti quei voli che si rifiutino di attraversare la Bielorussia. Una decisione forte ma che, da quanto si è visto nella giornata di ieri, ha permesso comunque ad un volo Varsavia-Mosca di bypassare lo spazio aereo bielorusso e di atterrare comodamente a Mosca.
Il braccio di ferro sui voli non piace evidentemente a molti; la sfida su chi sarà intenzionato a portarlo avanti il più possibile, a costo di difficoltà e ricadute economiche, è appena iniziata.
Federico Kapnist