È pratica diffusa che le città che incontriamo nei nostri viaggi accolgano i passanti con un cartellone che richiama le caratteristiche più peculiari del territorio che attraversiamo come Galzignano Terme, città del golf (ci sono ben tre campi), Marostica e Castegnero (ciliegie), Mirandola (città natale di Giovanni Pico).
Montegaldella, comune di poco meno di duemila abitanti in provincia di Vicenza, ha scelto una strada totalmente diversa e dà il benvenuto ai suoi visitatori con un cartello che elenca i modi di dire “ciao” in diverse lingue. Non è dato sapere se l’invito abbia prodotto qualche effetto, se cioè abbia indotto qualcuno a questa elementare forma di buona educazione ma tant’è; se non altro invita a riflettere e a capire come un semplice cenno, una semplice parola possano davvero essere un segno di civile convivenza e, in fondo in fondo, rendere il mondo un po’ migliore.
Che la buona educazione migliori il modo di vivere è cosa che riconoscono perfino i maleducati. Purtroppo da tempo ormai non è più considerata un valore né un modo di essere per migliorare la nostra esistenza e i rapporti interpersonali. Il rischio però è quello di una società imbarbarita in cui è sempre meno gradevole vivere.
Forse è arrivato il tempo di rispolverare le regole della buona educazione e, magari, di stabilirne di nuove, più in linea con i cambiamenti della nostra società. Si potrebbe partire proprio accogliendo l’invito che il Comune di Montegaldella ci rivolge, quello di rivolgere un saluto al nostro prossimo al quale, e così abbiamo stabilito un’ulteriore regola di buona educazione, sarà educato rispondere.
il passante