Sanremo 2025, il vincitore più amato dice no a Carlo Conti: “sistema malato”

A gran sorpresa, arriva il secco no di uno dei vincitori delle scorse edizioni più amate di Sanremo: il motivo del suo rifiuto.

Ora che ottobre è agli sgoccioli e manca sempre meno a Sanremo Giovani, impazza il totonomi per i big in gara a febbraio. Se c’è chi spera in un ritorno in grande stile di Tiziano Ferro, c’è anche chi è abbastanza certo che rivedremo sul palco dell’Ariston Elodie e Alessandra Amoroso. Ma non solo. Pare infatti che Carlo Conti sia in trattative anche per Sal Da Vinci e Tony Effe.

Carlo Conti
Carlo Conti

Insomma, il conduttore fiorentino sta facendo il possibile per rendere allettante la kermesse dopo cinque 5 anni di monopolio targato Amadeus e sembrava anche che tutto stesse andando per il meglio perché la curiosità è tanta, forse anche troppa. Uno dei vincitori più amati di Sanremo, infatti, ha stroncato in toto il Festival, non tanto per la conduzione quanto per la macchina che c’è dietro lo show.

Sarà lui il grande assente all’Ariston: il cantautore ha preso la sua decisione

Fabrizio Moro deve la sua fortuna proprio a Sanremo: si è fatto conoscere infatti nel 2007, quando era ancora un ragazzino, con una canzone denuncia che ha fatto la storia non solo della kermesse, ma anche della musica impegnata d’autore. La sua “Pensa” è stato un faro e ha dato nuova luce alla gara, ecco perché oggi il cantautore romano non se la sente di partecipare.

Sanremo 2025 non a Carlo Conti
Fabrizio Moro non ci sarà a Sanremo – (Foto ANSA) – Venetoreport.it

In un’intervista rilasciata a ‘La Stampa‘ ha dichiarato: “Ho una storia sanremese piuttosto importante e viste le dinamiche che ci sono adesso non mi va di fare sala d’attesa insieme a una pletora di ragazzini che hanno pubblicato un singolo o poco più. Sanremo è una luce che ha illuminato il mio percorso e porto un rispetto enorme ma no, non ci sarò“.

Insomma, Moro non le manda a dire criticando il sistema che c’è dietro e che non premierebbe il merito: “Il vero danno lo hanno fatto le piattaforme di streaming”, ha aggiunto puntando il dito così contro la quantità a discapito della qualità sulla quante punta il mercato discografico attuale.

Prima dovevi affrontare il direttore artistico e lui ti diceva se era giusto o sbagliato quello che facevi oggi no. C’era un filtro tra te, i media e il pubblico“, ha spiegato ancora. “Oggi viviamo in un sistema malato, non c’è più gavetta. Ogni anno c’è il disco più streammato della storia della musica ma è una bufala. Non è vero. Tra acquistare e streammare è tutta un’altra cosa“.

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