Controlla bene prima di usare i riscaldamenti, potresti avere una multa da un giorno all’altro senza nemmeno rendertene conto.
Accendere i riscaldamenti, anche quando arriva improvvisamente il freddo, non è di certo un gesto così scontato come sembra. Non basta essere in casa propria e decidere di accendere il termosifone per rimediare al freddo, potrebbero scattare multe anche salate. Meglio fare attenzione e verificare che tutto sia corretto.
Con il brusco calo delle temperature, soprattutto al Nord, gli italiani sono già alle prese con l’accensione dei riscaldamenti. L’utilizzo però non è proprio libero come ci si aspetta infatti deve avvenire sempre rispettando la legge. Il decreto del Presidente della Repubblica n. 74 del 16 aprile 2013 indica le date esatte di accensione e spegnimento dei riscaldamenti e anche gli orari. Queste sono stabilite analizzando chiaramente le fasce climatiche per cui una zona più fredda avrà sicuramente una data di accensione anticipata rispetto a una più calda.
Italiani e accensione dei riscaldamenti: quali limiti rispettare per non avere sanzioni
Per avere comportamenti più consoni, risparmiare e avere anche un atteggiamento positivo nei confronti dell’ambiente, bisogna sapere con esattezza quando accendere i termosifoni. Secondo il regolamento generale ci sono posti in Italia che non hanno limitazioni e zone che invece hanno limitazioni di giorni e orari. Queste sono suddivise in sei zone climatiche. La F è la più rigida e indica la zona montuosa, da Trento a Belluno. La E è il Nord Italia, ma anche alcune zone montuose dell’Abruzzo e dal 15 ottobre parte con 14 ore al giorno.
La zona D prevede l’accensione il 15 novembre con 10 ore al giorno ed è per le città con temperatura media quindi maggiormente la Toscana e le zone interne di Campania, Calabria, Sicilia e Marche. Segue la C con zone interne del Sud comprese Napoli, Salerno, Bari e Lecce anche se sono sul mare.
Ovviamente rientrano in fasce meno fredde la zona B ed A con 8 e 6 ore al giorno e accensione il 1 dicembre. L’unica differenza tra le due è la data di spegnimento che si ferma il 15 marzo nella prima zona e il 31 nella seconda. Sono le città del Sud Italia che si trovano in Calabria e Sicilia mentre nella A c’è solo Lampedusa.
La sanzione, per chi non dovesse rispettare le regole, varia da 500 a 3000 euro, come previsto dalla direttiva dell’Unione Europea. Anche per la manutenzione degli impianti scatta l’obbligo e la relativa multa se non viene rispettato.