Le intercettazioni di velivoli militari sul Mar Nero sono aumentate del 20% dal 2019 al 2020. Un incremento non indifferente, che coinvolge alcune tra le maggiori potenze mondiali e che indica in modo chiaro l’interesse che riveste il grande “lago” eurasiatico.
L’ultimo episodio è avvenuto ieri; quando tre aerei da guerra francesi sono stati intercettati da parte dei radar russi. Avvicinatisi allo spazio aereo di Mosca, sono stati immediatamente affiancati da alcuni caccia SU-27 e accompagnati ad una distanza di sicurezza dal confine. Nulla di ché stupirsi. Fatti analoghi sono successi in diverse occasioni negli scorsi mesi; e spesso ad essere protagonisti erano anche aerei da guerra degli Stati Uniti. Il messaggio di questi continui voli è chiaro: far capire alla Russia che il Mar Nero è cosa di tutti e che i paesi occidentali possono arrivarvi in un attimo.
Posizione strategica per gli assetti geopolitici di Europa Orientale, Mar Mediterraneo e Caucaso, il Mar Nero riveste una valenza di tutto rispetto anche in ambito energetico. Oltre ad essere luogo di passaggio di gasdotti e oleodotti che da Est veicolano i preziosi combustibili verso Ovest, è esso stesso ricco di materie prime. Vi si affacciano la Turchia, l’Unione Europea (con Romania e Bulgaria), la Russia e Ucraina e Georgia. Queste ultime due, con rapporti tormentati nei confronti di Mosca e che vengono abilmente utilizzati da parte occidentale nell’ottica di contenere l’espansionismo, o presunto tale, da parte della Russia.
La vicenda della Crimea è naturalmente la punta dell’iceberg e l’esempio più emblematico della grande importanza che riveste il Mare per tutti coloro che vi si affaccino. Innanzitutto per Mosca, che da lì può far partire le sue navi in direzione del caldo Mar Mediterraneo attraverso gli stretti sotto controllo turco: Bosforo e Dardanelli.
Nelle cancellerie occidentali è fin troppo chiaro che la preziosa penisola, dopo l’annessione del 2014, non tornerà mai più all’Ucraina, salvo scatenare una guerra totale e diretta contro la Russia in cui nessuno vuole ovviamente avventurarsi. Ma se la storia ama spesso ripetersi, ecco che allora la Crimea viene interpretata come l’ultima concessione fatta all’ “impero” russo d’oggigiorno. E che se da lì, Mosca osasse ampliare la sua influenza, un’alleanza turco-occidentale potrebbe essere imbastita in men che non si dica per contenere un’eventuale spinta da parte di Mosca. Come nel 1853.
Ma sino a quando lo spazio aereo sul Mar Nero è libero e aperto, il rischio sembra assai remoto.
Federico Kapnist