Mancano 4 giorni alla ripresa della scuola ed è il caos. Non bastano le rassicurazioni della ministra Azzolina sulle misure di contenimento del contagio né le promesse fatte dal premier Conte sulla consegna dei banchi.
Alle Regioni non resta che organizzarsi in ordine sparso, nonostante il ministro Boccia inviti a prestare attenzione alle direttive che vengono da Roma. E anche all’interno delle stesse regioni, le varie province e comuni si muovono in modo indipendente, tanto che alcune scuole hanno già posticipato la ripartenza al 24 settembre, in modo così da evitare anche la sovrapposizione con le elezioni regionali.
Perché oltre ai problemi, che già conosciamo, molte scuole lamentano i tempi stretti per poter sanificare gli spazzi dopo le votazioni, dato che molti istituti sono sede dei seggi elettorali.
Mancano docenti e personale A.T.A. e pure i supplenti e i precari storici, che nella scuola italiana sono tantissimi, a pochi giorni dalla ripresa non sono ancora stati richiamati, nonostante in tutta Italia si lamenti la mancanza di 70 mila docenti e si sia fatta una corsa contro il tempo per pubblicare le graduatorie aggiornate.
I lavori di edilizia leggera per permettere ai ragazzi di seguire le lezioni in sicurezza non sono terminati in tutte le scuole e solo adesso ci si accorge che molte aule e altri spazi comuni non sono grandi abbastanza per permettere il distanziamento sociale, anche con i banchi monoposto. Banchi che ancora mancano all’appello e forse non arriveranno prima di ottobre.
Resta poi il problema dei trasporti, perché anche permettendo la capienza fino all’80% dei posti disponibili, bisognerà aumentare le corse e quindi il numero dei bus per non lasciare nessuno a piedi, ma molti comuni hanno già detto di non avere una flotta abbastanza grande per sopperire al problema.
A ciò si aggiunge l’ansia dei genitori e l’incertezza su come comportarsi in caso di contagio in classe: tamponi su tutti i ragazzi? Quarantena preventiva per tutta la classe? Valutazione caso per caso? Non stupisce che tanti genitori preferirebbero tenere ancora i figli a casa.
Insomma questa ripartenza della scuola sembra più che altro una scommessa. Speriamo di vincerla.
Lucrezia Melissari