Stamattina è suonata la campanella per circa 5,6 milioni di alunni che ritornano a seguire le lezioni in presenza: quasi il 66% degli 8,5 milioni di studenti iscritti nelle scuole statali e paritarie, due su tre. Tra loro sono 2,7 milioni gli alunni più piccoli della scuola dell’infanzia e del primo ciclo, ammessi a scuola dal decreto del 1 aprile del governo Draghi. Nelle regioni in zona rossa potranno accedere ai servizi per la prima infanzia (asili nido, 0-3 anni) anche 212mila bambini.
I dati comprendono anche i bambini e gli alunni da settimane esclusi dalle attività educative in presenza a scuola: torneranno in classe 832mila bambini di scuola dell’infanzia (3-6 anni), 1,5 milioni di alunni di scuola primaria e 342mila del primo anno di scuola secondaria di I grado. Mentre, resteranno ancora a casa, costretti alla didattica a distanza, 2,9 milioni (34,5%), con la consueta alternanza del 50% per gli studenti delle superiori nelle Regioni in cui è consentito.
La sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia, sottolinea che “oggi è un giorno importante” e assicura che il ritorno a scuola “non determina un aumento dei rischi. C’è uno studio recente, condotto campionando milioni di studenti e incrociando più dati – spiega – che certifica la bassa contagiosità in certe fasce d’età. E comunque si è visto che quando le scuole vengono chiuse l’Rt non si abbassa e quando si riaprono non sale”.
Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, sottolinea che “all’interno delle scuole è stato fatto e si continua a fare tutto il possibile in tema di distanziamento, di mascherine e di igiene delle mani. Quello che è mancato è un po’ il ‘contorno'” facendo riferimento soprattutto al sistema del trasporto pubblico locale.
Sul fronte delle vaccinazioni Giannelli sostiene che “secondo i dati del ministero aggiornati al 5 aprile, per il personale scolastico ci sono state un milione e 61 mila prime somministrazioni del vaccino, quindi ben oltre il 70%; la seconda dose è stata già somministrata a circa 10 mila persone”.
Nelle scuole resta obbligatorio per studenti e insegnanti l’uso della mascherina salvo che per i bambini di età inferiore ai 6 anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso dei predetti dispositivi. Resta sempre garantita, specifica il governo, la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento telematico con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata.
Ad oggi, sono 2,9 milioni gli studenti che rimangono con la didattica a distanza. Con riferimento ai diversi settori scolastici, seguiranno le attività didattiche a scuola complessivamente 1.393.010 bambini delle scuole dell’infanzia (il 100%), 2.605.865 alunni della primaria (il 100%), 1.019.904 alunni della scuola secondaria di I grado (il 59,5%) e parzialmente in alternanza al 50% 549.929 studenti delle superiori (il 19,7%).