Quando l’aveva detto qualche giorno fa Carlo Cottarelli, si era scatenato il panico: la proposta dell’economista era che la scuola potesse proseguire qualche settimana anche in estate in modo da permettere agli studenti di poter fare davvero presenza in aula. Ma subito c’è stata la levata di scudi di sindacati e insegnanti.
Quest’anno in Italia la scuola finirà nella prima metà di giugno, come se nulla fosse successo. Capisco le difficolta organizzative, ma trovo assurdo che nemmeno se ne parli. Con contagi bassi e vaccini in aumento, si potrebbe recuperare parte del tempo perso in sicurezza.
— Carlo Cottarelli (@CottarelliCPI) May 17, 2021
Eppure in un’indaginedell’Istituto Demopolis di un mese fa, 7 italiani su 10 si dicevano favorevoli a protrarre l’anno, non tanto per recuperare delle materie, ma per permettere ai ragazzi di riallacciare i rapporti e riconquistare la socialità tipica dell’ambiente scolastico.
La questione resta delicata e anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, nonostante in audizione abbia ammesso che la Dad ha lasciato “danni psicologici accentuati”, è sempre stato cauto sull’argomento. Ma adesso sono proprio le scuole che chiedono qualche settimana in più e hanno presentato vari progetti di tipo educativo-didattico.
A dirlo lo stesso ministro Bianchi che afferma “oltre 5.800 istituti tra scuole statali e paritarie hanno presentato progetti per ricevere le risorse Pon. Le domande si chiudevano ieri. Mi sembra un bel segnale. Per il Piano estate le scuole dispongono anche dei 150 milioni del decreto Sostegni“. L’obiettivo adesso è il rientro a settembre “in piena sicurezza: stiamo lavorando molto con gli altri ministeri, le Regioni, le Province e i Comuni affinché questo avvenga. Valuto positivamente l’idea della Regione Lazio di vaccinare subito i ragazzi che dovranno fare la maturità e attendiamo il 28 maggio il responso dell’Ema sul vaccino per la fascia 12-16 anni. Contiamo molto su questo”.
“La scuola è una priorità ancora lo dimostrano le risorse messe nel decreto Sostegni bis e poi nel Pnrr. E il patto sulla scuola siglato giovedì con i sindacati segue quel percorso di dialogo continuo per rimetterla al centro: intervenire sulla scuola significa intervenire sul futuro di un Paese, è la cartina tornasole del funzionamento di un Paese”, spiega il ministro dell’Istruzione, in un’intervista al Corriere della Sera.
In merito alla Maturità senza scritti, Bianchi spiega che “in realtà, la prova scritta in questa maturità c’è: in marzo è stato dato un elaborato su cui i ragazzi hanno dovuto lavorare e che diventa la base per il colloquio. L’esame di maturità sarà vedere la capacità dei ragazzi di affrontare un tema, elaborarlo e poi spiegarlo: saperlo fare io credo sia fondamentale per affrontare la vita da adulti”. Se tenerla o meno così in futuro si deciderà ad esami finiti.