Il ricorso alla celebre battuta di Antonio de’ Curtis, alias Totò, ci pare il modo migliore per definire l’ineleganza delle violentissime dichiarazioni dell’ingegnere nei confronti di Silvio Berlusconi.
Di Berlusconi si potrà dire e pensare di tutto, ma che sia stato uno straordinario e innovativo fuoriclasse in tutto quello in cui si è cimentato, dall’edilizia alla televisione, dal calcio alla politica è fuori discussione.
Forse nessuno più di lui ha segnato un’epoca che dura ormai da quasi mezzo secolo e che, lo dimostrano anche le migliaia e migliaia di messaggi di auguri e di solidarietà che gli sono stati inviati, ancora oggi è al centro della vita politica e sociale del nostro Paese.
In mezzo a tutti questi messaggi ce n’è uno purtroppo che sarebbe stato meglio non leggere; quello di De Benedetti che non ha perso l’occasione per insultare l’avversario con un astio e un rancore che rasentano e forse oltrepassano la volgarità e che non dovrebbero far parte del bagaglio di un uomo civile.
Per concludere, dopo quella iniziale, con una citazione si potrebbe ricordare anche questa vecchissima storiella che ben si attaglia al comportamento di De Benedetti: in un ristorante un avventore si asciuga la fronte con il tovagliolo, infila il cibo in bocca usando il coltello e infine, con uno schiocco delle dita chiama il cameriere per chiedergli di indicargli la toilette. Al che il cameriere risponde: «Guardi, attraversi la sala e dietro quella tenda troverà una porta. C’è scritto “gentlemen”: non ci faccia caso ed entri lo stesso».
il passante