Una tregua tra i belligeranti è entrata in vigore il 1 settembre nell’area circostante la città di Daraa, nel Sud-Ovest della Siria.
Ottenuta grazie alla mediazione delle forze armate russe, la tregua ha comportato la cessazione delle ostilità tra l’esercito di Damasco e i gruppi di ribelli che ancora continuano a combattere i lealisti del presidente Assad.
Daraa era una delle poche sacche rimaste dove i gruppi ribelli, spesso affiancati dai fondamentalisti islamici, riuscivano ancora a tener testa all’avanzata dell’esercito siriano. I combattimenti si erano intensificati negli ultimi tre mesi, con le forze di Damasco che hanno progressivamente stretto la morsa attorno alla città. Strappandone alla fine, seppur non interamente, il controllo.
L’accordo prevederà l’installazione di diverse postazioni militari col fine di far rispettare il cessate il fuoco; garanti della pace saranno i militari russi, su indicazione del governo siriano. Parallelamente, si provvederà al disarmo di alcune formazioni ribelli che hanno accettato la tregua.
Anche se non si tratta di una vera e propria “riconquista”, la fine delle ostilità rappresenta una grande vittoria simbolica per il presidente Assad e i suoi alleati. Daraa, infatti, è stata la culla della rivoluzione siriana, dove tutto è partito nel 2011; e rimaneva ancora, nonostante la progressiva riconquista del territorio siriano, non ancora assoggettata al governo centrale.
Federico Kapnist