Per quanto riguarda lo smog Cremona e Vicenza sono le città peggiori. Lo rileva la classifica pubblicata oggi dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (Eea) per la qualità dell’aria, stilata valutando l’indicatore delle polveri ultrafini (PM2,5) in 323 città dell’Unione Europea. Nel fondo della classifica sono cinque, infatti, su 323, le città con un’aria classificata ‘pessima’; tre di queste due sono italiane, e non sono grandi città. Si tratta di Cremona (322esima posizione) e Vicenza (320esima).
Risalendo la classifica, tra le città in cui l’aria è comunque classificata ‘cattiva’, si ritrovano molte altre città del bacino padano (nell’ordine, Brescia, Pavia, Venezia, Piacenza, Bergamo, Treviso), ma bisogna risalire una ventina di posizioni per trovare le grandi: Milano occupa la posizione 303 e Torino la 298.
La maglia nera per smog assegnata dall’Eea a Cremona e Vicenza “ha cause che non possono essere riconducibili esclusivamente a traffico e riscaldamento, ma in cui pesa, sempre di più, il contributo emissivo degli allevamenti intensivi“, così Damiano Di Simine, responsabile Comitato scientifico Legambiente, commenta la notizia.
“Consultando gli inventari delle emissioni per la provincia di Cremona, per esempio, si riscontra che nel territorio provinciale vengono emesse polveri ultrafini per 781 tonnellate annue (il 51% da combustioni di biomasse per riscaldamento) – continua Di Simine – ma molto maggiori sono le emissioni di sostanze che funzionano da precursori delle stesse polveri: ammoniaca (18.241 tonnellate annue, il 99% da fonti agrozootecniche) e ossidi d’azoto (6.503 tonnellate annue, il 41% da trasporti su strada)”.
Insomma, anche dai dati della Eea, per il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, “emerge prepotente il peso eccessivo del carico zootecnico che si concentra nelle regioni padane. Per alleviare il quadro scadente della qualità dell’aria nel Nord Italia è ormai inderogabile affrontare il tema della sostenibilità dell’allevamento intensivo: nel Piano Strategico Nazionale che il Mipaaf sta confezionando per orientare le risorse della prossima Pac, occorre prevedere misure che perseguano la riduzione del carico zootecnico nelle regioni in cui questo è eccessivo, come la Lombardia, e che mitighino l’impatto della gestione dei reflui di allevamento, supportando gli investimenti agroambientali delle aziende”.