Arriva la prima interdittiva antimafia per un’azienda di Mantova che lavorava nei cantieri per i Mondiali Cortina 2021. La misura amministrativa è il risultato del lavoro costante tra Palazzo dei Rettori, la Prefettura, le varie forze di polizia e un rappresentante della Dia (Direzione investigativa antimafia). Ed è merito inoltre delle indagini dei carabinieri dell’Arma provinciale che dopo il primo blitz hanno approfondito alcune operazioni sospette.
Durante i controlli settimanali dei carabinieri sono emersi alcuni elementi che potevano suggerire infiltrazioni: in particolare, tra le maestranze distaccate, vi erano numerosi soggetti con precedenti di polizia o penali rilevanti anche sotto in profilo riguardante la normativa antimafia.
Si parla di almeno una decina di operai (principalmente della Calabria e due della Sicilia), con collegamenti con la criminalità organizzata, almeno per quanto riguarda i loro trascorsi di estorsione, danneggiamento di beni assicurati e turbativa d’asta. Inoltre da ulteriori verifiche è emerso che i mezzi utilizzati nel cantiere, spesso non erano censiti correttamente dalla banca dati, come richiesto dal Piano della Prefettura contro le infiltrazioni, ma erano intestati ad altre società.
Questo, diceva il prefetto Adriano Cogode, è “un lavoro molto delicato che viaggia quasi come un processo, si analizzeranno i vari tasselli e poi bisognerà valutare se il pericolo sussiste o meno».
E questa volta il pericolo è stato trovato e l’azienda ha subito l’interdittiva antimafia: a poco è vals che fosse iscritta anche alla White list, che doveva in qualche modo garantire che era pulita, ma problema erano i lavoratori.
Ora l’azienza non potrà più avere rapporti con la pubblica amministrazione e quindi non potrà lavorare ai mondiali 2021. Il provvedimento potrebbe essere impugnato nelle sedi giudiziarie competenti dai soci della società.