Ora finalmente, alle 1:27 (ora italiana), dal Launch Complex 39A del Kennedy Space Center in Florida è partita la missione SpaceX Crew-1. Si tratta della prima missione ufficiale con equipaggio in direzione della Stazione Spaziale Internazionale. Ancora una volta, gli Stati Uniti tornano nello Spazio da suolo statunitense con razzo statunitense.
Da quando erano terminate le missioni dello Space Shuttle la NASA, per trasportare i propri astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale utilizzava le missioni Soyuz dei russi, ora gli astronauti americani ed in gran parte anche quelli dell’agenzia europea della spazio (ESA) utilizzeranno i vettori del “visionario” Elon Musk.
All’interno della capsula Crew Dragon, chiamata Resilience, sono presenti i quattro astronauti (tre NASA e uno JAXA, agenzia spaziale giapponese) Michael Hopkins, Victor Glover, Shannon Walker e Soichi Noguchi che saranno una parte del nuovo equipaggio a bordo della ISS per i prossimi mesi, quando arriverà una nuova missione.
Ora bisognerà aspettare ancora (circa) 27 ore prima del docking (aggancio) con la ISS, inizialmente erano invece previste 8,5 ore. Interessante notare anche che il Falcon 9 (il razzo vettore) utilizzato per SpaceX Crew-1 sarà riutilizzato per quella Crew-2 insieme alla Crew Dragon. Lo scopo della NASA è quello di abbattere sensibilmente i costi di gestione delle missioni dirette verso la ISS, mentre per SpaceX rappresenta un modo per dimostrare, ancora una volta, la riusabilità dei propri sistemi.
La società in un tweet ha dichiarato: “Dragon ha completato 22 voli da e per la ISS. È stata progettata fin dall’inizio pensando ai voli spaziali umani: anche la prima Dragon per i rifornimenti aveva un oblò”. Un’altra missione di successo per la NASA, SpaceX ed Elon Musk. Un ulteriore passo in avanti per le missioni con equipaggio ma anche per le società private nello Spazio.
La Luna e Marte sono ancora lontani, ma ora anche un po’ più vicini.
Massimo De Caro