L’immagine rende meglio se paragonata ad un ingorgo automobilistico: un grande camion messo di traverso che blocca una strada in ambo i sensi. Con le macchine incolonnate, da una parte e dall’altra, che inesorabilmente continuano ad aumentare.
Questa è più o meno la scena a cui si potrebbe assistere in questi giorni, dall’alto, sul Canale di Suez. Dopo che una mega-nave porta container, la “Ever Given” – lunga 400 metri, larga 59 e dal peso di 224.000 tonnellate – probabilmente a causa del forte vento – si è incagliata in orizzontale, ostruendo il passaggio.
Nel mentre, a Sud nel Mar Rosso e a Nord nel Mediterraneo, aumenta senza sosta il numero di navi in attesa di poter passare; costrette a spegnere i motori e a calare le ancore. Mentre i rimorchiatori giganti provano a fare il loro lavoro; che non si annuncia né facile né breve.
Il blocco provocato dalla nave sta incidendo in maniera importante sul traffico di merci internazionale; e ha acceso i riflettori sull’importanza che riveste questa arteria d’acqua costruita dagli inglesi nel 1869. Che rivoluzionò per sempre i traffici commerciali accorciando le rotte marittime tra Europa e Asia; escludendo la lunga circumnavigazione dell’Africa.
Il suo controllo provocò guerre, occupazioni e scontri tra le maggiori potenze. Come spesso capita quando si esercita il potere sugli stretti e le sottili vie di passaggio, fondamentali per il transito di navi civili, mercantili e militari. Se si guarda al Bosforo, ai Dardanelli, a Malacca, a Ormuz, Bering e tanti altri ancora, è chiaro come nella vastità del mare, a ricoprire la maggiore importanza siano sempre quelle piccole lingue d’acqua vicino alla terra che fungono da collegamento.
Suez, nello specifico, nel 2020 ha visto passare circa 19.000 navi, con una stazza netta di 1,17 miliardi di tonnellate. Una media di 51,5 navi e di 2 milioni di barili di petrolio al giorno; che viaggiano tra l’Asia ed il blocco eurasiatico occidentale, composto da Europa, Russia e Caucaso. Ecco cosa è Suez ed ecco perché un semplice ingorgo di una nave può mandare in tilt, anche se per pochi giorni, il commercio mondiale.
Federico Kapnist