Una prima boccata d’ossigeno per gli agriturismi da mesi alle prese con le limitazioni dell’emergenza sanitaria e le diminuzioni dei fatturati. Nel bilancio di previsione il Governo ha introdotto l’Iva agevolata al 10% per il cibo da asporto, il cosiddetto take away, consegnato a domicilio soprattutto in questo periodo di pandemia e di maggiore isolamento.
Con un emendamento alla manovra è stata accolta la richiesta di ridurre dal primo gennaio 2021 l’Iva per i piatti pronti e pasti che siano stati cotti, arrostiti, fritti o altrimenti preparati in vista del loro consumo immediato, della loro consegna a domicilio o dell’asporto. Nell’ultimo anno, stima la Coldiretti, almeno quattro italiani su dieci hanno ordinato personalmente, dal telefono o dal proprio personal computer piatti o alimenti pronti oppure hanno raggiunto ristoranti e agriturismi per l’asporto.
“Una notizia che accogliamo con favore e che porta un primo beneficio a produttori, imprenditori agricoli e consumatori – commenta Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova –. Non dimentichiamo che i primi a mobilitarsi con la consegna a domicilio sono stati gli agriturismi e le aziende agricole di Vo’, la prima zona rossa istituita in Veneto a fine febbraio 2020. Già allora i nostri imprenditori si erano organizzati per la consegna a domicilio ai concittadini rimasti isolati e successivamente l’esperienza è stata ampliata a tutta la provincia. L’anno scorso gli agriturismi hanno perso gran parte del fatturato a causa delle restrizioni e delle limitazioni ma la vendita per asporto e la consegna a domicilio hanno permesso almeno di tenere in attività le cucine e fornire un servizio utile. Il taglio dell’Iva è un primo segnale positivo”.
Emanuele Calaon, presidente dell’associazione agrituristica Terranostra Padova, ricorda che la pandemia è costata molto in termini di fatturato agli agriturismi soprattutto in primavera, con la perdita di tutto il periodo delle cerimonie e dei ponti, e in autunno e inverno con i mancati incassi del periodo natalizio. “L’impossibilità di servizio ai tavolo nei locali della ristorazione per combattere la pandemia – aggiunge Calaon, titolare dell’agriturismo Bacco e Arianna a Vo’ – ha fatto esplodere la diffusione di questa modalità di vendita tra gli operatori per evitare la chiusura totale. Una esperienza che, proprio a partire da Vo’, si è diffusa anche in nuove realtà come gli agriturismi di Terranostra è che è stata colta con favore da molti cittadini sia per il consumo quotidiano che per le occasioni speciali come le festività. Insieme alla crescita del fenomeno si è infatti registrata una qualificazione dell’offerta con la possibilità di acquistare anche piatti tipici di qualità, della tradizione locale e a chilometri zero. Noi operatori agrituristici siamo degli specialisti su questo fronte e i cittadini ci chiedono proprio i piatti che esaltino le tipicità del nostro territorio”.