A due anni dalla terribile tempesta, denominata Vaia, dell’ottobre 2018, che spazzò via case ed interi ettari di boschi di larici, abeti e faggi, la Provincia ha fatto un primo bilancio della situazione.
Gli interventi sono stati una cinquantina circa e, oltre al ripristino dei danni, si è cercato di mettere in sicurezza tutte quelle zone che possono rendere più vivibili le “Terre Alte”.
All’indomani della tempesta, la Provincia aveva subito varato una variazione di bilancio di 1,5 milioni di euro per le prime opere di edilizia e, neanche un mese dopo aveva già stanziato altri quattro milioni di euro.
In totale tra il 2019 e il 2020, sono stati investiti oltre 7 milioni di euro, per ripristini immediati, ma anche per progetti più ad ampio raggio.
Tra gli interventi più significativi ci sono stati la messa in sicurezza del Livinel a Rocca Pietore; la sistemazione della frana del Carfon, a Canale d’Agordo; la regimazione delle acque e il ripristino del versante di frana a Zoppè di Cadore; la messa in sicurezza delle vie d’accesso a Rizzios di Calalzo di Cadore e la sistemazione delle frane di Avoscan e Davedino, nell’Agordino.
Inoltre con i fondi per “Vaia”, nell’ambito degli interventi per il comprensorio Quantin-Nevegal-Ronce-Valmorel, è stato anche asfaltato un primo tratto della strada verso Ronce, fondamentale per la preparazione, in vista del possibile passaggio del Giro d’Italia 2022.
“Se vogliamo portare a casa il passaggio per Valmorel, Tassei e Ronce, con arrivo al Nevegal, dobbiamo farci trovare pronti”, ha commentato Gimmy Dal Farra, presidente dell’associazione Belluno Alpina.
Rimangono da portare avanti ancora una decina di progetti, per un totale di quasi 7 milioni di euro, per il momento non ancora finanziati.
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