Temu sotto indagine: l’Unione Europea accusa l’azienda di fast fashion di violare le regole, e apre un’indagine. Ecco cosa sta succedendo.
Parliamo di Temu, una delle aziende di fast fashion più note e chiacchierate dei nostri tempi: è ufficialmente sotto indagine da parte dell’Unione Europea. Con questa inchiesta l’UE vuole verificare che la società non violi le regole di comportamento del Digital Service Act. Ecco cosa sta succedendo, e cosa rischia Temu.
Shein, AliExpress e Temu sono probabilmente le aziende di origine asiatica più note in assoluto. Tutte si occupano di fast fashion, vendendo prodotti di qualità tendenzialmente scadente a prezzi davvero ridicoli. Da un lato questo tipo di commercio intacca le vendite online di altri shop, dall’altro piace molto ai consumatori, che poco si interessano allo sfruttamento e al rispetto dell’ambiente quando ci sono prezzi bassissimi da pagare per cose che altrove costano molto di più.
Queste piattaforme aprono diversi argomenti di riflessione, soprattutto inerenti la sostenibilità ambientale e lo sfruttamento dei lavoratori, contro cui sono in molti a scagliarsi. Questi argomenti però non sembrano intaccare più di tanto gli affari, perchè c’è chi non li considera tanto importanti
Inoltre, questo tipo di aziende è sempre al limite del rispetto delle leggi, principalmente perchè tra Cina ed Europa ci sono parecchie differenze a livello di standard e di regolamenti. Uno in particolare potrebbe rappresentare un problema per Temu, l’eCommerce cinese che negli ultimi anni ha spopolato tra i più giovani. Infatti, l’Unione Europea ha aperto un’indagine nei suoi confronti per verificare che la piattaforma operi nel pieno rispetto del Digital Service Act.
Ad aprire l’indagine è stata la Commissione Europea dopo diverse segnalazioni da parte delle autorità nazionali europee dei consumatori, le quali hanno messo in evidenza numerosi prodotti illegali e contraffatti che si trovano sulla piattaforma, che in Europa sono vietati. Inoltre, il sistema che si trova alla base del funzionamento della piattaforma è pensato per rendere l’esperienza dell’utente molto simile ad un gioco, tanto da poter creare dipendenza.
Tutto questo va contro il Digital Service Act, un regolamento dell’Unione Europea nato proprio per ampliare e rendere più aggiornata la Direttiva sul commercio elettronico 2000/31/CE. La materia del Digital Service Act è proprio quella dei contenuti illegali, della pubblicità trasparente e della disinformazione nei confronti degli utenti. Non resta che vedere cosa emergerà dall’indagine della Commissione europea, e quali saranno le misure contro la piattaforma cinese.
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