La storica tessitura Monti, benché in amministrazione straordinaria, da quasi un anno, ha deciso di riportare tutta la produzione nello stabilimento di Maserada.
Fondata nel 1911 dai fratelli Evaristo, Venerio e Bruno Monti, e uscita indenne sia dalla prima che dalla seconda guerra mondiale, nel Dopoguerra, attraverso una serie di acquisizioni, iniziò una crescita inarrestabile, imponendosi sul mercato dei tessuti per camiceria.
Nel 1967, nacque la Fratelli Monti Spa e, con questo nuovo nome, l’azienda cominciò a commercializzare tessuti in tutto il mondo, arrivando ad aprire due filiali in India e Repubblica Ceca. Nel 2011, ha celebrato un secolo di attività, che racconta la storia e la tradizione del Made in Italy e la continua innovazione nei prodotti e nei processi.
Recentemente, a causa della pandemia, gli stabilimenti indiano e ceco non sono più riusciti a garantire i tempi di fornitura concordati, così si è deciso di ricostituire tutta la filiera in Italia. Un caso singolare di “reshoring”, in considerazione del fatto che si tratta di un’azienda in crisi, i cui proprietari avevano chiesto lo stato di insolvenza meno di un anno fa.
Oltre a questo, la società, per rivitalizzare la produzione, al fine di rendere più appetibile l’azienda ai nuovi compratori, ha investito su un nuovo impianto tessile da mezzo milione di euro, il Multimatic 32, che serve a preparare gli orditi, sui quali, in stadi successivi, vengono prodotti tessuti di alta qualità, per una fascia di clientela particolarmente importante, che esige la puntualità.
“Una scintillante macchina 4.0, che entra in ambienti in cui il tempo sembra essersi fermato”, è stato il commento di Ildebrando Dall’Acqua, della Filctem Cgil, “rappresenta un segnale importante, anche a livello psicologico”.
Quello che rincuora ulteriormente i sindacati, è il fatto che, al salone italiano del tessile, MilanoUnica, l’azienda abbia raccolto un discreto numero di ordini, proprio nel momento in cui il settore sta rallentando. Inoltre, le ore di cassa integrazione sono in continua diminuzione.
Come ha voluto sottolineare il Commissario Straordinario Pettinato, l’investimento in questo nuovo impianto “vuole avere l’obiettivo di mantenere il valore dell’azienda, integrare le linee produttive e preservare i livelli occupazionali”.
Ora, la grande scommessa sarà trovare dei potenziali acquirenti entro luglio 2021.