La prudenza è quanto mai d’obbligo, perché l’incubo Covid è tutto fuorché alle spalle. Però, i segnali che ci giungono dalla “ribelle” Svezia fanno pensare.
Gli svedesi – con il loro lockdown all’acqua di rose e la vita che è proseguita (quasi) come nulla fosse, mentre gran parte del mondo pativa sconvolgimenti più o meno epocali – continuano a sperimentare un morso relativamente leggero dell’epidemia che tanto affligge, almeno per numero di contagi, il resto d’Europa. E nonostante il livore scatenato contro di essi per misure “contro la vita” e “irresponsabili”, aspettando con la bava alla bocca un’impennata nei contagi per poter puntare il dito e sentirci migliori nell’aver chiuso tutto per il bene del popolo, la Svezia continua ad andare avanti come se nulla fosse e sembra vincere la sua guerra al virus.
A spiegare il perché di questo successo, tale da spingere persino l’OMS a farne un modello da seguire, si stanno vagliando diverse teorie. Principalmente, si va dalla presunta efficacia di un lockdown leggero ma continuativo (in Svezia la gente non è mai stata segregata in casa ma continua ad avere leggere limitazioni) alla grande disciplina della popolazione, che ha seguito alla lettera le disposizioni date dal governo. Proprio in merito a quest’ultimo fatto, spicca come in Svezia, a differenza nostra, le autorità sanitarie e la politica abbiano brillato per uniformità e coerenza con le misure da adottare. Cosa a noi sconosciuta, considerata la selva di opinioni di medici e politici in fase di avvio e di scoppio della pandemia; in cui siamo passati dal considerarla “poco più di un raffreddore” da sconfiggere con “aperitivi antirazzisti”, ad una sorta di peste polmonare in procinto di sterminare l’intera popolazione.
A guardare i numeri di morti per milione (il dato più significativo), ci accorgiamo che la Svezia riscontra un numero di decessi praticamente identico a quello dell’Italia, circa 580/1.000.000. Con la grandissima differenza che questo è avvenuto senza fermare il Paese.
Dando un’occhiata al resto della Scandinavia, poi, emerge come si parli tanto della Svezia, ma ci si dimentichi che i suoi due vicini (Norvegia e Finlandia) con misure assai simili non raggiungano, insieme, neanche 600 morti dall’inizio della pandemia.
Federico Kapnist