Domani 12 novembre, si ricorderà una delle giornate più tragiche di Venezia, quella in cui una marea di 187 centimetri sul livello del mare, travolse l’intera città, sommergendo persone, cose e ricordi.
Quello che forse è meno noto è che in quella giornata vennero inghiottiti dall’acqua granda anche molti libri, documenti, manoscritti e spartiti. Un patrimonio inestimabile di carta, che finì completamente inzuppato.
E così, tra le tante cose, finirono infradiciati volumi preziosi della biblioteca di Cesare De Michelis, spartiti del Conservatorio Benedetto Marcello e manoscritti della Fondazione Querini Stampalia e della Fondazione Levi.
E la carta, come sanno i suoi conoscitori, pur avendo una certa resistenza, quando viene bagnata diventa tra le cose più fragili, così, si capì subito che per salvare il salvabile, era necessario agire in fretta. Ci fu allora una moltitudine di persone, di volontari, di appassionati, che si misero a disposizione per raccogliere e salvare i libri.
Poi fu la volta dei professionisti, di quei piccoli grandi artisti, specializzati nella cura dei libri, che hanno dedicato la loro vita a riparare pagine, che presero i libri, gli spartiti e altri preziosi documenti e li congelarono, in grossi container refrigeratori, messi a disposizione anche da aziende che fanno le consegne dei surgelati. Perché la carta bagnata non va asciugata, ma va congelata per bloccare sul nascere il processo di formazione delle muffe, considerate letali.
Così, dopo essere stati congelati a 25 gradi sottozero, oltre 25mila volumi veneziani, furono inviati a Bologna, nella sede della “Frati&Livi”, restauratori di libri, che li hanno “liofilizzati”, in uno speciale macchinario, attraverso il quale l’acqua della carta bagnata e poi congelata, passa direttamente dallo stato solido, del ghiaccio, a quello di vapore freddo. Le fasi finali sono poi quelle della deumidificazione e della pressatura.
Ora, a distanza di un anno da quel terribile giorno, tutti i libri sono tornati al loro aspetto originario, solo con una patina di vissuto in più.