Dopo la sciabolata dell’ultimo DPCM, la montagna bellunese cerca di reinventarsi, nel disperato tentativo di galleggiare almeno fino al 7 gennaio 2021, nonostante la disperazione di quelli che fino all’ultimo momento avevano sperato nell’apertura delle piste da sci a Natale.
Molti albergatori stanno valutando proprio in questi giorni se aprire o meno. Marco Michielli, presidente di Federalberghi e Confturismo Veneto sostiene che i costi sarebbero troppo alti e che molto probabilmente la gran parte degli albergatori sarà costretta a scegliere per la serrata.
Si punta allora sulle seconde case e sul desiderio di molte persone, indipendentemente dallo sci, di trascorrere un periodo di vacanza all’aria aperta, magari praticando sport alternativi, come fondo, trekking o camminate con le ciaspole, anche in considerazione delle copiose nevicate di questi giorni.
L’offerta turistica è ormai talmente differenziata quasi ovunque, da permettere di passare da una “ciaspolata”, al pranzo gourmet di uno chef stellato, in molte località. Inoltre in posti come Cortina, dov’è stato calcolato che, più o meno, solo il 20% dei visitatori scia, non mancano le alternative, come ha fatto sapere il sindaco Giampietro Ghedina, che ha annunciato che lo stadio del ghiaccio sarà aperto, con prezzi dimezzati. Per il momento comunque, anche per il ponte dell’Immacolata, è prevista l’apertura di una decina di alberghi sui cinquanta attivi.
Anche ad Auronzo, il sindaco Tatiana Pais Becher si consola considerando che la sua località è meta di veri appassionati di montagna, che hanno continuato a frequentare le seconde case per tutto novembre, grazie anche alle eccezionali condizioni meteorologiche.
Meno ottimista invece il sindaco di Alleghe, Danilo De Toni, che sostiene che proprio quest’anno che c’è tanta neve e che non è necessario spararla, per ironia della sorte non si può sciare. Il sindaco teme un tracollo dell’economia locale, anche perché dopo il disastro della tempesta “Vaia”, di due anni fa, non sono ancora molte le passeggiate praticabili e perché essendo Alleghe un centro molto piccolo, d’inverno è frequentata solo per lo sci.
Leandro Grones, sindaco di Livinallongo, è decisamente pessimista, perché nel suo comune di 1300 anime si vive solo di turismo e, come ci tiene a sottolineare, “non ci sono boschi dove passeggiare, pochissime seconde case e, oltretutto, temo che non riusciremo ad avere neanche i ristori”.