La Giunta comunale, riunitasi ieri mattina in web conference ha approvato, su proposta dell’assessore al Bilancio e tributi Michele Zuin, una delibera che prevede un’ulteriore estensione al 31 luglio del periodo di moratoria per le rateizzazioni degli oneri edilizi e per le rateizzazioni in materia tributaria conseguenti a provvedimenti accertativi. Con il medesimo atto, sono state fornite agli uffici indicazioni affinché il richiesto del dovuto 2021 per quanto concerne concessioni di impianti sportivi, palestre scolastiche, piscine, concessioni patrimoniali e fitti commerciali venga inviato non prima del prossimo 31 luglio.
Con altra delibera, inoltre, sono stati posticipati i termini di versamento del canone unico patrimoniale 2021 che ha sostituito, a decorrere dal 2021, il canone di occupazione del suolo pubblico ed il canone mezzi pubblicitari. Una decisione per fare in modo che non si venissero a creare sovrapposizioni con il dovuto 2020 i cui termini decorreranno da fine maggio fino a fine agosto. Le scadenze per il 2021 sono state quindi fissate a settembre, ottobre, novembre e dicembre.
“Con tali delibere – commenta Zuin – confermiamo l’attenzione alle attività e alle realtà sociali del territorio posticipando ulteriormente le scadenze di pagamento utilizzando la liquidità che è stata ricreata da questa Amministrazione e che ci consente di sostenere le attività in questo particolare momento“.
Intanto a Venezia continua la guerra contro i venditori di paccottiglia, chincaglierie da turisti e souvenir falsi. L’assessore leghista al commercio Sebastiano Costalonga ha in agenda l’estensione al resto della città delle norme che oggi tutelano l’artigianato, il design e la qualità nella zona di Rialto e di San Marco. “Abbiamo a breve una riunione con i tecnici e ci stiamo lavorando da un po’ — spiega l’assessore —. Quando si ripartirà ci saranno molti negozi vuoti: dobbiamo evitare l’assalto dei barbari“.
Sarebbe una rivoluzione perché nell’intera città storica sarebbero concesse nuove attività solo se si occupano di abbigliamento, librerie, gallerie d’arte, arredamento e design, prodotti d’alta gamma e artigianato tipico. “Adesso le cose stanno cambiando e le istituzione europee stanno considerando l’importanza di preservare l’aspetto morfologico e sociale dei centri storici, dando la possibilità ai Comuni di incidere sulle tipologie di aperture attraverso propri regolamenti”, spiega Costalonga.