Il dipartimento ambiente di Forza Italia ha chiamato a raccolta la politica contro le trivelle in Adriatico di fronte alle coste del Polesine. “Il tema ambientale non deve essere di parte, bisogna superare le divisioni destra sinistra” ha affermato Enrico Bonafè, organizzatore dell’evento.
“Siamo orgogliosamente tornati ad organizzare un incontro in presenza, nel comune di Porto Viro, mettendo insieme tutte le forza politiche perché questa è una battaglia che dobbiamo condividere tutti, non solo sul piano partitico e istituzionale – ha ribadito Andrea Bimbatti, coordinatore provinciale vicario degli azzurri di Rovigo – ma vorremmo con ambizione dire che questo territorio deve tornare ad essere unito per difendere la propria identità, per difendere il proprio futuro. Esprimiamo netta contrarietà a questa iniziativa di estrazione, ma gli obiettivi sono molteplici, non solo quello di bloccare questa iniziativa, ma di evitare che ciò si ripeta ogni tre o quattro anni costringendo le amministrazioni a spendere migliaia di euro in avvocati per presentare ricorsi e per questo ci appelliamo al governo nazionale”.
L’assessore regionale del Veneto Cristiano Corazzari esprime la propria contrarietà: “È storicamente e scientificamente verificato il collegamento esistente tra estrazioni e subsidenza, un rischio certo che mette a repentaglio la sicurezza idraulica della nostra provincia”, ricordando come il turismo veneto sia la prima azienda regionale ed il fatto che il delta del Po è stato salvato dalle acque dopo oltre 2 metri di abbassamento solo grazie alla realizzazione della centrale di Porto Tolle, grazie agli investimenti fatti nei consorzi di bonifica e nell’Aipo. “Come assessore ai parchi mi batterò perché le autorizzazioni non vadano avanti” ha concluso l’assessore Corazzari.
La piattaforma Teodorico sarebbe funzionale all’estrazione di 908 milioni di metri cubi di metano attraverso due pozzi iniziali più altri due in un secondo momento per estrazioni in 20 anni. Nascerebbero quindi due linee di tubazioni chilometriche verso una seconda piattaforma già collegata a terra via porto di Ravenna. Teodorico avrebbe a regime il compito della fornitura dell’1% di produzione di metano annuo per l’Italia con circa 50 milioni di metri cubi annui. La simulazione attraverso modelli matematici elaborati dall’azienda richiedente Po valley, dopo 20 anni di attività estrattiva, relativamente alla subsidenza stimata, sarebbe di un abbassamento di soli 10 cm su un fondo marino di 30 metri di profondità, praticamente nulla.
Peccato che secondo chi si oppone all’opera, la simulazione sarebbe viziata dal fatto che non si considerano altre realtà estrattive che hanno insistito sull’area per decenni, così come non vengono considerate le catastrofiche esperienze di subsidenza passate in Polesine, soprattutto da Adria verso il mare.
Provincia di Rovigo ed Ente regionale Parco delta del Po hanno presentano ricorso al Tar del Veneto contro la piattaforma Teodorico. “Si parla di una non-opportunità per noi dell’Ente parco – afferma il presidente Moreno Gasparini, sindaco di Loreo -. Il delta del Po galleggia su sacche di metano. Altro che 10 cm, si parla di 2 metri in 40 anni scorsi. La comunità europea sta creando macro aree i Sic marini tra le 6 e 12 miglia dalla costa. Noi abbiamo un Sic marino come Ente Parco Delta del Po e come Parco Emilia Romagna a tutela della tartaruga marina Careta Careta, in via di estinzione. Nel ricorso al Tar sottolineiamo come la piattaforma sia oltre 12 miglia, ma si estragga da un pozzo che ha un raggio di operatività di 1,6 miglia, ovvero ricadente in area interna alla Sic marina”.
Geremia Gennari, storico presidente del Parco Delta Po, ed ex sindaco di Porto Viro, considera la risposta fornita dal ministro Roberto Cingolani imbarazzate per la mancanza di iniziativa politica. “Lui si giustifica come tecnico, impossibilitato a dire di no a richieste di vecchia data. Invece ci vuole il coraggio di dare una governance all’azione del governo che deve essere politica, altrimenti si creano le contraddizioni insanabili che stiamo vivendo. Con una mano si dà e con l’altra si toglie. Una inconcepibile assurdità”. Gennari invita infine il Parco a prendere posizione formale, con una delibera dell’ente da inviare a Bruxelles agli uffici Mab Unesco.