Non si placa la tensione in Tunisia, dove sono in corso imponenti proteste di piazza dopo che il presidente, Saied, ha sospeso le attività parlamentari.
Il premier Mechichi, appartenente al partito islamista moderato Ennahda, è stato di fatto estromesso dal suo ruolo. Dietro alla decisione del presidente, il rifiuto di nominare come ministri alcune personalità scelte dal primo ministro; e che avrebbero “messo in pericolo la libertà conquistata con la rivoluzione”.
Il partito Ennahda è vicino ai Fratelli Musulmani e quindi anche al Qatar. Non a caso, nelle ultime ore è stata presa d’assalto dalle forze di sicurezza tunisine la sede della celebre emittente qatariota Al-Jazeera. Proteste si sono levate da parte della Turchia, notoriamente vicina al movimento della Fratellanza, denunciando quello che per Ankara è “un attentato alla democrazia e un colpo di stato”.
La crisi politica tunisina è la peggiore dai tempi delle primavere arabe di 8/9 anni fa. E va a complicare ulteriormente una situazione socio-economica già di per sé disastrosa, dovuta in gran parte agli effetti della pandemia.
Federico Kapnist