Il signor Mujahid Zabihullah, portavoce ufficiale del movimento dei Talebani, è felice di poter usare un account Twitter e di poter “cinguettare” agli oltre 900mila followers che seguono il suo profilo.
La notizia sarebbe già strana di per sé, considerando che Twitter è una piattaforma americana; e che, così facendo, dà spazio e visibilità ad un gruppo (secondo gli americani) terrorista e che ha combattuto per vent’anni gli stessi americani. Uccidendone a migliaia.
A rendere ancor più paradossale la cosa, è però pensare a come lo scorso gennaio, il presidente uscente Donald Trump, reo di “aver incitato alla violenza” dopo le elezioni presidenziali, sia stato bannato a vita da Twitter.
Riepilogando la policy di Twitter: Trump no, Taliban ok. Violenza verbale no, violenza fisica ok. Questionare i risultati delle elezioni no, spargere sangue e massacrare civili inermi ok.
Poi si potrà discutere quanto si vuole del ridicolo in cui era scaduto l’ex presidente in seguito alla conclamata sconfitta elettorale; e dei complotti a cui solo lui credeva. Si potrà accennare alle responsabilità indirette che, forse, poteva avere in occasione dell’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio scorso. Si potranno dire un sacco di cose sul suo operato e sui suoi errori. Ma la politica dei due pesi applicata dalla piattaforma con l’uccellino blu, è quantomeno grottesca.
Federico Kapnist