Sono giorni tormentati per lo stato ebraico. Poco prima di Natale, a causa del mancato accordo sulla legge di bilancio, è nuovamente caduto il governo – questa volta di unità nazionale, tra Netanyahu e Gantz. Una volta sciolte le camere, il Paese dovrà quindi andare ad elezioni, per la quarta volta in due anni, con lo spettro di un altro pareggio.
Ma le tensioni non si registrano solo sul piano politico. Nuovi scontri si sono registrati sul delicato fronte settentrionale, dove Israele si trova costretta a difendere il delicato confine con il Libano e quello ancor più delicato con la Siria. In quest’ultimo caso, con la questione ancora aperta delle Alture del Golan, sotto controllo israeliano dal 1967 in spregio alla Risoluzione 497 delle Nazioni Unite, che considera la Siria come legittima detentrice del territorio conteso.
Proprio dal Golan, come già altre centinaia di volte dall’inizio del conflitto siriano, Israele ha colpito obiettivi nemici all’interno del Paese guidato da Bashar al-Assad. Una prima volta a Natale, in cui sono stati colpiti obiettivi militari, apparentemente iraniani, nella cittadina di Masyaf, nell’Ovest del Paese; provocando almeno sei morti. Una seconda volta, invece, poco prima di capodanno, in cui è stato lanciato un attacco contro al-Zabadani, ad Ovest di Damasco, provocando la morte di un soldato siriano e il ferimento di altri tre.
Le forze militari israeliane, nel frattempo, hanno però subito delle perdite sul fronte libanese, dove una pattuglia di Tel Aviv è stata vittima di un’esplosione che ha causato diversi morti tra i soldati israeliani. Le autorità di Tel Aviv, come in molte altre occasioni, sia che si parli di morti subiti o inferti, non hanno rilasciato nessuna dichiarazione in merito, lasciando ancora nell’oscurità molti dettagli sulla vicenda.
Infine, sul fronte palestinese, non fa più notizia l’ennesimo lancio di missili dalla Striscia di Gaza e diretti verso il Sud di Israele. Con il sistema difensivo “Iron Dome” che ha, come praticamente ogni volta, intercettato i razzi prima che recassero danni a persone ed edifici. Fa invece, purtroppo, più clamore il ferimento di un giovane palestinese, rimasto paralizzato a seguito di un colpo sparato, si dice alle spalle, dall’IDF (Israel Defense Forces) dopo uno scontro in cui alcuni palestinesi hanno protestato contro l’abbattimento, da parte israeliana, di alcuni edifici abitati da arabi.
Nel tormentato vivere quotidiano che rispecchia, in fondo, la normalità per Israele (così come altri paesi del Medio Oriente) spicca il primato di vaccini contro il Covid che lo stato ebraico è riuscito a somministrare ai suoi cittadini. Con mezzo milione di fiale già somministrate, ha il più alto rapporto dosi/abitanti al mondo.
Federico Kapnist