Il climate change è sempre in atto. E tra le sue conseguenze non vi è solo l’aumento delle temperature su scala globale, con l’oramai celebre fenomeno del global warming.
Il verificarsi di fenomeni estremi o anomali rientra in questi cambiamenti; sempre avvenuti nel corso della storia della Terra ma che, in questi ultimi anni, hanno subito un’impennata. Ecco che allora nella vasta, enorme regione della Siberia – che si estende per gran parte dello sterminato territorio russo – dopo un record di alte temperature toccato nell’estate scorsa, si è arrivati a raggiungerne un altro, questa volta verso il basso.
In estate era stata la cittadina di Verkhoyansk a salire (o a scendere, data la non positività del fenomeno) agli onori della cronaca per la temperatura più alta mai registrata nel Circolo Polare Artico: 38°. Sempre in Siberia, nella repubblica della Yakutia, ad inizio dicembre si è arrivati a toccare i -4,5°; che a dispetto di quanto si possa pensare, è la più alta temperatura massima mai registrata nel mese di dicembre da oltre 65 anni.
Ma gli sbalzi non sono solo verso l’alto. A Krasnoyarsk, per esempio, sempre in Siberia, si sta ora verificando un’ondata di freddo anomalo che non si verificava da lungo tempo. Le temperature sono di 20/25 gradi più basse della media del periodo. E con la nuova ondata di freddo attesa nei giorni a venire, nella Siberia centrale e occidentale, si attendono addirittura i -50°.
Secondo il Russian Hydrometeorological Center, c’è il rischio che si possa arrivare a toccare la temperatura più bassa mai registrata dalle apparecchiature messe a punto dall’uomo. Un’anomalia; ma, se non altro, almeno più in linea con il periodo.
F.K.