Nonostante il Veneto sia da oggi di nuovo in fascia gialla, a Venezia nessuno esulta perché la situazione in cui versa la città è ormai sempre più grave. Finché non ripartirà il traffico aereo e non riapriranno i confini delle regioni, Venezia rimarrà deserta, con la gran parte di alberghi, ristoranti negozi e bar chiusi. Anche il carnevale è stato praticamente cancellato, non ci sono più maschere che si rincorrono tra le calli, né balli sfarzosi nei palazzi.
Così proprio nell’anno della celebrazione dei 1600 anni dalla sua fondazione, Venezia, che fino ad un anno fa non riusciva a trovare il modo di arginare le orde di turisti sempre più numerosi ed invadenti, fino ad arrivare a pensare ad un numero contingentato degli accessi, si ritrova nuda e silenziosa, con la prospettiva di un futuro che fa paura. La città che più di ogni altra aveva fatto del turismo la sua fonte principale di sostentamento, deve rimandare la sua apertura proprio perché oggi mancano i turisti.
Piazza San Marco, luogo simbolo della città, è vuota con tutto chiuso: due negozi su tre non riapriranno mai più, d’altronde qui il 90% dei clienti era americano e il costo degli affitti già proibitivo, è diventato ormai insostenibile. Non riapriranno neanche molti bar e ristoranti, che ancora resistono, perché come spiega Marco Paolini, amministratore delegato della società che gestisce lo storico Caffè Florian, che da poco ha “compiuto” 300 anni, “riapriremo solo quando arriveremo a coprire almeno la metà dei costi, noi non siamo un bar dove si va per bere un caffè al bancone, da noi si scambiano idee, si parla di cultura, i nostri clienti sono quelli dei grandi eventi…”. Non tirerà su la serranda neanche il Grancaffè Quadri, che nel 2020 ha perso il 70% del fatturato.
Chi invece ha deciso di riaprire comunque è Arrigo Cipriani dell’Harry’s Bar, quasi come atto dovuto verso la sua città, pur consapevole del fatto che finché non si ricomincerà a viaggiare e non torneranno i clienti che portano ricchezza a Venezia, come americani, russi cinesi e arabi, sarà tutto molto difficile.