Oggi lunedì 8 marzo alle 18 su YouTube nel canale ufficiale del Museo Guggenheim di Venezia sarà possibile fare un tour virtuale nelle sale del Palazzo Venier dei Leoni, guidato da Karole Veil, nipote della mecenate, alla scoperta dell’iconica collezione di Peggy Guggenheim.
L’iniziativa voluta per permettere la fruizione delle opere d’arte anche in un periodo buio e drammatico per il mondo della cultura, poggia essenzialmente su tre cardini: Ispirazione, Sostenibilità e Presente, espressi in un “Manifesto per la rinascita”, che la Collezione Guggenheim della città lagunare ha concepito per mantenere vivo il dialogo con il suo pubblico, sia in presenza che da remoto.
Come ha voluto sottolineare la Veil, “la Collezione deve continuare ad essere un luogo in cui la conoscenza del passato possa essere fonte di riflessione e spunto per costruire il nostro presente e il nostro futuro, in un luogo che, indipendentemente dai secoli che ci separano dagli artisti e dai capolavori esposti, possa trasmettere una comunanza di valori e visioni che continuano ad ispirare il tempo in cui viviamo. Infine trovandoci molto spesso a parlare di sostenibilità culturale, abbiamo voluto aprire la visita a tutti, rendendola così inclusiva e accessibile”.
Peggy Guggenheim lasciò New York, per trasferirsi in Europa, all’inizio degli anni Venti, quando cominciò a conoscere i grandi protagonisti della scena artistica dell’epoca, dando vita alla sua leggendaria collezione. Per questo la visita di oggi partirà proprio da un breve excursus sulla sua vita straordinaria, per poi continuare con un giro virtuale tra le sale e i tanti capolavori della collezione: Pablo Picasso, Gino Severini, Piet Mondrian, René Magritte, Vasily Kandinsky, Max Ernst, Marino Marini, Emilio Vedova, Jackson Pollock, Alexander Calder, Tancredi e Fernand Léger.
Venti minuti di immersione nello splendido patrimonio di Palazzo Venier dei Leoni, secondo quella che era la filosofia della mecenate americana, che anche negli anni Cinquanta, apriva al pubblico il suo palazzo, per alcuni giorni della settimana, “certa che l’arte fosse un bene collettivo”.