È stato presentato il primo rapporto del Progetto Technoscientific Issues in the Public Sphere (TIPS) condotto dall’Unità di Ricerca PaSTIS del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Sociale dell’Università degli Studi di Padova coordinato dal Professor Federico Neresini.
“Questo progetto è nato una decina d’anni fa con l’obiettivo di monitorare la presenza quantitativa e l’evoluzione qualitativa della tecnoscienza nel discorso pubblico. Tramite una piattaforma web appositamente costruita – spiega Federico Neresini – vengono raccolti e sottoposti ad analisi automatica i testi degli articoli pubblicati dagli otto principali quotidiani italiani (la Repubblica, Corriere della Sera, Sole24Ore, la Stampa, il Giornale, Mattino di Napoli, Messaggero e Avvenire) insieme ai relativi metadati. Quello che abbiamo osservato lo scorso anno sono una serie di profondi cambiamenti sulla rilevanza e sui contenuti del discorso pubblico relativo alla tecnoscienza dovuti alla pandemia“.
La rilevanza della tecnoscienza sui quotidiani è stata misurata in termini di salienza, ovvero la quota di articoli caratterizzati da un significativo contenuto tecnoscientifico sul totale degli articoli pubblicati dalle stesse fonti durante il medesimo periodo di tempo. La salienza dei temi scientifici è passata complessivamente da una media di 4,49 nel periodo 2016-2019 al 5,84 nel 2020. Si tratta di un incremento decisamente marcato, dal momento che guadagnare il 30% in più di attenzione mediale da parte della tecnoscienza è davvero molto se si considera la forte competizione che i vari ambiti tematici devono sostenere per trovare spazio sui quotidiani.
Facciamo degli esempi: prima del 2020 l’esplorazione spaziale, le tematiche ambientali, la ricerca biomedica e le neuroscienze costituivano alcune delle principali tematiche di lungo periodo di cui si alimentava la copertura mediale della tecnoscienza. Ma tanto gli argomenti, quanto le parole chiave legate al coronavirus hanno profondamente indirizzato la comunicazione giornalistica dell’ultimo anno.
Nel quadriennio 2016-2019 le prime dieci parole della tecnoscienza riguardano l’intelligenza artificiale e le neuroscienze a cui si aggiunge un forte interesse per i bambini e la salute. Nel 2020 molte di queste parole spariscono dalle prime posizioni, scalzate da altre quali test, vaccino e coronavirus. Si osserva inoltre un riposizionamento di alcune parole che con la pandemia sono state investite di significati e interessi diversi: virus, che balza dall’ottavo al terzo posto; università e studio, ma anche bambini, per i quali almeno in una prima fase della pandemia c’è stato un interesse specifico. Nell’insieme, la triade test-virus-vaccino è molto più rappresentata delle altre parole legate alla tecnoscienza nel 2020.
Inoltre i nomi alcuni scienziati sono diventati noti al pubblico dei media solamente con la pandemia: Walter Ricciardi, Anthony Fauci e Andrea Crisanti. Concentrandoci solamente sugli articoli caratterizzati da un maggiore riferimento alla scienza, il panorama muta e figure non direttamente implicate nella gestione della pandemia, ma più legate a una competenza specifica – come i virologi Roberto Burioni e Ilaria Capua – guadagnano visibilità.
Infine, nella classifica generale di tutti gli articoli, le prime posizioni sono occupate dalle principali istituzioni nazionali legate alla pandemia: l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto Spallanzani di Roma, il San Raffaele di Milano, il CTS governativo, la Johns Hopkins University.
A queste si affiancano Pfizer e AstraZeneca e BioNTech, e a tenere testa alle istituzioni e alle aziende legate alla pandemia sono anche i nomi di alcune aziende del settore tecnologico (Apple, Tesla), insieme ad alcune istituzioni del settore ambientale (Legambiente e ARPA).
Ma tra gli articoli a contenuto scientifico, notiamo l’ingresso di istituzioni appartenenti ad altri ambiti rispetto alla pandemia: Agenzia Spaziale Europea, NASA e Agenzia Spaziale Italiana, segno di quanto la ricerca astronomica e l’esplorazione dello spazio siano tradizionalmente presenti sui media italiani.