La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, lo aveva detto, oggi è il giorno della ripartenza, in cui l’Europa unita mette in campo la sua arma più potente per contrastare l’epidemia da Coronavirus: il vaccino. Non a caso è stato scelto proprio il giorno 27, come il numero dei paesi della Ue, per partire con i Vaccination days (27-28-29 dicembre) con il via libera alla distribuzione delle dosi prenotate dall’esecutivo comunitario per «vaccinare l’Europa».
Oggi parte con le vaccinazione anche l’Italia, dove i primi stock sono arrivati il 26 dicembre dal Belgio all’ospedale Spallanzani di Roma. Le prime tranche di farmaci saranno riservate a gruppi di «priorità», individuati dai vari paesi, per poi proseguire con vaccinazioni a ritmo settimanale nel 2021. Pfizer e Biontech – il loro è il primo vaccino autorizzato dall’Agenzia europea del farmaco – consegneranno entro la fine dell’anno un primo stock di 12,5 milioni di dosi, l’equivalente di poco più del 4% dei 300 milioni di vaccini acquistati da Bruxelles.
Ma non in tutta Europa si è partiti lo stesso giorno, dato che Slovacchia e Ungheria hanno bruciato le tappe, somministrando le prime dosi il 26, e nemmeno tutti i Paesi hanno ricevuto lo stesso numero di dosi in proporzione alla popolazione. La Germania ad esempio con 81 milioni di abitanti è destinataria di un primo stock di 150mila dosi, in Italia ne sono arrivate appena 9.750 per 60 milioni di abitanti, all’Austria, Bulgaria e Francia ne sono spettate rispettivamente 19.500, al Portogallo ne arriveranno 80mila entro la fine dell’anno e la Spagna raggiungerà quota 4,6 milioni entro metà marzo 2021.
Il numero delle dosi potrebbe essere stato motivato dal fatto che i vaccini devono essere tenuti ad una temperatura corretta e somministrati in tempi stretti e forse a Bruxelles hanno ritenuto che in Italia non fossimo pronti per ricevere più vaccini: chi doveva organizzare la campagna di vaccinazione cosa ha fatto fino ad ora? Altri pensano che la von der Leyen abbia favorito la Germania essendo lei tedesca. Ma sono tutte congetture.
Di una cosa siamo certi: la seconda fase della vaccinazione procederà a ritmi più serrati e bisognerà farsi trovare pronti. L’8 gennaio infatti l’Ema potrebbe dare il suo assenso anche al vaccino sviluppato dall’americana Moderna, accelerando la distribuzione di un nuovo pacchetto da circa 160 milioni di dosi su scala Ue.
Oggi parte il contrattacco, ma la battaglia sarà ancora lunga.
Lucrezia Melissari