Sarà infatti formalizzata il 17 marzo, dalla Commissione Ue, la proposta sul tanto discusso «passaporto vaccinale» digitale, pensato per favorire la mobilità internazionale in vista dell’estate. Sarà utile per dimostrare che si è stati vaccinati contro il Covid e conterrà i risultati dei tamponi per chi ancora non è stato immunizzato e, in caso di malattia pregressa, l’attestazione di piena ripresa.
Può essere usata in due modalità, pubblica e privata. La prima serve a ricevere news, l’elenco delle sedi vaccinali e relativa geolocalizzazione, il calendario delle somministrazioni secondo il Piano nazionale, informazioni su vaccini e malattie, schede per ogni tipo di siero. Mentre la seconda è consultabile solo con le credenziali di accesso personali, che consentono di entrare nel Sistema informativo Anagrafe vaccinale del Veneto e visualizzare i propri dati: la consultazione del calendario vaccinale personale e dei propri familiari; la gestione degli appuntamenti fissati; lo storico delle vaccinazioni eseguite, comprensivo di eventuali reazioni avverse; i certificati.
Ed è questa seconda opzione a poter fungere da «passaporto vaccinale» una volta messa a regime dalla Regione, che sta implementando la app proprio in funzione della nuova campagna anti-Covid. Al momento infatti, specificano le istruzioni di accesso, “la app non sostituisce il certificato ufficiale di vaccinazione, che può essere rilasciato esclusivamente dall’ente pubblico che la esegue. VaccinAZIONI Veneto non sostituisce neppure il parere e la prescrizione del medico”.
E poi è necessario disporre di tecnici che garantiscano agli utenti il flusso di informazioni richieste, quindi ci vorrà del tempo perché la macchina funzioni a regime. Tutto questo è stato reso possibile dall’istituzione dell’Anagrafe vaccinale regionale, la prima d’Italia, nata nel 2009 e fonte di ispirazione per la versione nazionale, attivata nel 2017. Il software è stato concesso a Lombardia, Trento e Bolzano, Umbria, Sardegna e alle aziende sanitarie di Bologna e Parma.
Esiste già la app che in futuro potrebbe divenire il «passaporto vaccinale» per dimostrare in aeroporti, alberghi o altre strutture di essere stati vaccinati contro il coronavirus. È la Regione Veneto ad aver creato, in tempi non sospetti nel 2016, la app “VaccinAZIONI Veneto”.
Una app nata in un contesto diverso che, come spiega il presidente Luca Zaia, così com’è ora non basta, ma si sta già studiando come implementarla. E dovrà essere in doppia lingua: italiano e inglese. Inoltre il passaporto vaccinale sarà un’operazione di livello internazionale, ma il Veneto non vuole farsi trovare impreparato e gioca d’anticipo.