Il presidente del Veneto, Luca Zaia, non intende demordere dall’intenzione di poter vaccinare i turisti nei luoghi di villeggiatura della regione, nonostante le osservazioni contrarie della Struttura commissariale. “Qualcuno si è un po’ agitato – ha detto ieri in conferenza stampa – ma io continuo a dire che per noi il turista è sacro“.
“La Regione più turistica d’Italia non può girarsi dall’altra parte di fronte ad un’istanza che io sono convinto sia minimale”. L’obiettivo è chiaro: fare tutto il possibile per permettere ai turisti di fare la loro vacanza in Veneto. E sulle conseguenze di un’apertura agli ‘esterni’ sull’organizzazione della campagna, Zaia dice, “non immaginiamo un assalto alla diligenza, non è che uno va in vacanza per farsi l’iniezione della seconda dose; ma se dovesse servire noi ci vogliamo essere”, ha precisato, auspicando che “vengano spianate tutte le paturnie mentali relative a fare la seconda dose”.
Il riferimento non può che essere al commissario Figliuolo che si era detto contrario e che aveva invece consigliato di organizzare le vacanze anche rispetto al richiamo del vaccino. Ma Zaia insiste: “Abbiamo parlato per anni delle vacanze sicure: bene, il farmaco oggetto oggi di discussione è il vaccino”. In più, il presidente dice che non “ci si possa rifiutare di somministrare un farmaco se te lo richiedono, perché nel territorio europeo c’è la libera mobilità dei cittadini ed è previsto che in caso di cure il Paese ospitante verrà rimborsato da quello di residenza”. Un altro appiglio per cementificare le sue intenzioni.
Intanto la campagna vaccinale si attesta al di sotto del target di 40 mila somministrazioni al giorno. Il 18 maggio sono state somministrate 25.797 dosi, portando il totale a 2.365.185. Per fascia di età il 97,5% degli over80 ha almeno una dose, percentuale che scende all’84,2% per gli over70, al 71,8% per gli over60 e al 29,6% per gli over50. Il 33,7% della popolazione ha almeno una dose e il 14,2% ha completato il ciclo vaccinale.