Finalmente, è il caso di dirlo, le questioni politiche vengono messe da parte. E, in nome della salute pubblica internazionale, è stata avviata una collaborazione tra Gamaleya Institute di Mosca e la società anglo-svedese AstraZeneca, sancita da un memorandum firmato nei giorni scorsi.
L’accordo prevedrà studi clinici congiunti di una combinazione del farmaco russo, lo Sputnik V, e di quello sviluppato da AstraZeneca in collaborazione con l’Università di Oxford, lo AZD1222. Questo per arrivare ad ottenere una nuova variante dello Sputnik che possa essere utilizzata, un domani, anche nel mercato europeo.
Grande soddisfazione è stata espressa dal direttore dell’Istituto Gamaleya, Aleksandr Gintsburg, che ha salutato l’inizio della collaborazione come un importante segnale di sinergia nel nome del progresso scientifico. Sino ad ora, infatti, questioni politiche internazionali e la tensione latente tra Unione Europea e Russia, avevano impedito una stretta collaborazione per raggiungere il prima possibile risultati importanti nella lotta contro il Covid19.
Lo Sputnik V, con oltre il 90% di efficacia garantita da mesi di sperimentazioni, è stato il primo vaccino anti-Covid ad essere registrato al mondo; e già da alcune settimane sta venendo somministrato a ritmi serrati ai cittadini russi.
F.K.