In Veneto si stanno cercando soluzioni alternative per i ritardi del piano vaccinale, dovuti al calo di produzione dello stabilimento belga di Pfizer-Biontech, a causa del quale è stato tagliato il 53% delle dosi previste per la nostra Regione.
Infatti, se non si dovessero reperire al più presto le dosi supplementari del vaccino, la Regione si troverebbe nella situazione di non poter garantire il richiamo, la seconda dose, a tutti quelli che sono già stati vaccinati contro il Covid-19, ma anche a dover fermare la campagna vaccinale, che stava procedendo in linea con la tabella di marcia. Inoltre, come ha voluto sottolineare Zaia, ci sono dei tempi da rispettare, i 21 giorni tra la prima e la seconda iniezione e, non è possibile mescolare vaccini diversi.
La ricercatrice padovana Antonella Viola è così intervenuta facendo sapere che se Pfizer-Biontech ha bisogno di un sostegno alla produzione, il Veneto ha tutte le carte in regola per poterlo fornire. Lo stesso Luca Zaia ha ribadito di essere pronto ad intervenire attraverso la Finanziaria regionale.
E, così è subito arrivata una nota ufficiale di Fidia Farmaceutici di Abano Terme: “Siamo un’azienda italiana fondata nel 1946, con un’importante e pluriennale capacità di produrre vaccini per uso umano, nell’ordine di decine di milioni di dosi l’anno, con un impianto produttivo in piena funzionalità. Fidia non commercializza vaccini, ma li produce in conto terzi per multinazionali del farmaco con accordi pluriennali. E, di fronte ad esigenze di salute pubblica e sicurezza nazionale, si rende disponibile a mettere a disposizione del Paese e al servizio della collettività, il proprio know how, trovando soluzioni alternative nel rispetto degli accordi in essere”.
Oltre a Fidia farmaceutici, i tecnici romani avrebbero individuato anche in Zambon Group di Vicenza, un’altra azienda che potrebbe partecipare alla produzione dei vaccini: infatti per questo tipo di produzioni in conto terzi, bisogna essere autorizzati da determinati enti regolatori, come l’europea Ema o l’americana Fda, che oltre ad un’ispezione iniziale a struttura e impianti, poi continuano con dei controlli regolari durante l’anno.
Intanto si sta pensando ad un’operazione di “solidarietà nazionale”, per la quale verrebbero ridistribuite le dosi di vaccino già consegnate, in considerazione del fatto che non tutte la regioni hanno vaccinato con lo stesso ritmo e quindi ci sarebbero ancora scorte in magazzino.
Nel frattempo, come fa sapere l’assessore alla Sanità regionale, Manuela Lanzarin, è slittata ulteriormente la fornitura che avrebbe dovuto arrivare lunedì e, “se la campagna vaccinale dovesse accusare un stop di due settimane, non finiremmo di immunizzare le prime categorie a rischio entro il mese, ma a metà febbraio e così slitterebbero le vaccinazioni ai malati oncologici, donatori di sangue e farmacisti”.
Zaia, pur procedendo su altri fronti si dice comunque indignato sia dal taglio delle forniture, comunicato solo all’ultimo momento, che dal fatto che sia stata la stessa Pfizer-Biontech a decidere le diverse percentuali per ogni regione. “Ho chiesto all’avvocatura se esista un margine per tutelare gli interessi dei Veneti…”